Table Of ContentM. DE BARTOLOMEO · V. MAGNI
I SENTIERI
DELLA RAGIONE
Filosofia antica em edievale
ISBN 88-268-1043-5
EDIZIONI
6 7 8
COLLANA DI SCIENZE UMANE
DIRETTA DA FAUSTO PRESUTTI
DIREZIONE EDITORIALE: Roberto Invernici
REDAZIONE: Gionata Buttarelli
PROGETTO GRAFICO EV IDEOIMPAGINAZIONE: Giovanna Bendotti
COPERTINA: Vavassori &. Vavassori
STAMPA: G. Canale - Arese (Ml)
Con la collaborazione della Redazione e dei Consulenti dell'l.l.E.A.
Si ringraziano: Ornella Sardo e Giuliana Volpe, per la traduzione e
revisione dei brani antologici; Silvana Tarsia per la rilettura del testo.
Ogni riproduzione del presente volume è vietata.
L'Editore potrà concedere, a pagamento, l'autorizzazione a riprodurre
una porzione non superiore a un decimo del presente volume.
Le richieste di riproduzione vanno inoltrate a:
Associazione Italiana per i diritti delle opere a stampa (AIDRO),
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CERTICARGRAF con il numero 482.
PRESENTAZIONE
I sentieri della ragione è un corso di filosofia composto di tre Volumi.
Ogni Volume è suddiviso in due Tomi caratterizzati da un diverso approccio didattico, ma
concepiti per un uso congiunto e coordinato.
Il Tomo A presenta il Profilo storico con l'antologia di brani degli autori maggiori e dei movi
menti più significativi. Il Tomo B offre invece un'ampia scelta di Percorsi tematici.
TOMOB
Se il Tomo A corrisponde al programma base di filosofia, con la presentazione del profilo sto
rico del pensiero filosofico, ilTomo B permette l'insegnamento di una filosofia sistematica e
di una filosofia per problemi, attraverso Percorsi tematici ricorrenti in ciascuno dei tre
Volumi: Stili di Pensiero; Metafisica; Filosofia morale; Filosofia e scienza; Filosofia della
conoscenza e del linguaggio; Logica; Filosofia della politica e del diritto; Filosofia de/l'edu
cazione; Filosofia dell'arte; Mito, religione e filosofia; Filosofia della storia; Filosofia, tecnica
e lavoro; Le filosofie del Lontanto e del Vicino Oriente .
Questi Percorsi, che fanno riferimento ai principali settori e saperi della Filosofia, esamina
no problemi specifici di particolare spessore teorico (Dio, il rapporto mente-corpo, la libertà,
ecc.), ma anche legati ai "perché" che nascono dall'esperienza di ogni uomo (la felicità, il
dolorerla morte, ecc.). .
Diverso è il peso, anche quantitativo, dei singoli Percorsi: ciò dipende dalla rilevanza che la
specifica tematica ha avuto in una determinata epoca del pensiero.
Un rilievo partkolare è dato al primo dei Percorsi indicati, relativo agli Stili di Pensiero.
Innanzitutto esso stabilisce un collegamento con la sezione dallo stesso nome presente in
tutti i capitoli del Tomo A e, quindi, rappresenta un fondamentale elemento di unità e conti
nuità tra TomoA e Tomo B.·11 Percorso offre inoltre l'occasione di approfondire, con un'otti
ca più operativa, i metodi della ricerca filosofica, indicando quali tipologie di testi filosofici
ogni epoca ha creato, utilizzato e privilegiato.
Con l'eccezione di Stili di Pensiero, che ha una sua peculiare struttura, i Percorsi tematici si
aprono s~~_çjtando, presso lo studente, la risposta ad alcune domande, al fine di far emer
gere quali siano i suoi concetti e le sue definizioni (di verità, bellezza, Dio, anima, amo're,
ecc.) e quali problemi siano per lui connessi a questi temi. ·
Avendo compiuto questa preliminare e importante presa di coscienza (o dichiarazione) rela
tiva ai temi in discussione, allo studente si offre un'ampia Introduzione in cui vengono espo
ste sinteticamente le domande e le tesi che, per ognuna delle tematiche sopra indicate, la
filosofia ha formulato e messo a punto. . .
Le questioni e le posizioni filosofiche illustrate nell'Introduzione vengono quindi documen
tate ed esaminate in due successive sezioni, denominate Ai:-tolc;>gia e Analisi e interpreta
zioni, che pFopongono rispettivamente testi d'autore e brani tratti. da opere difilosofi e stu-
diosi contemporanei. . .
A questo punto si apre lo spazio dedicato al Laboratorio di filosofia, in cui sono contenuti
passi di autori contemporanei che invitano a problematizzare e attualizzare gli· stessi temi. A
questa prima parte si agg~u~ge una. ricca. sezic;ine di Prop?ste di _favo~o. c~e _offr?~~ a~li stu
denti molteplici occasioni d1 "fare filosof1a", c1mentandos1 con d1vers1 t1p1 d1 att1v1ta, ineren
ti il filosofare, .ivi inclusa anche l'esperienza della navigazione in Internet o la costruzione di
"ipertesti". . ·_ . -
La sezione conclusiva è costituita da alcune prove Per la sintesi e i/confroilto,:relative alle
·posizioni filosofiche emerse nel Percorso, e da prove che invitano lo studeht~ a fare il punto
sulla sua "filosofia" (metafisica, politica, etica, estetica ... ) alla luce dello st~d10, ~elle attività
e della riflessione che ha compiuto, "rilanciando" o riformulando problemi e te_s1 ..
·Naturalmente l'obiettivo che, al riguardo, si pone questo pri~o ~omo B.è quello di avviare
lo_ studente a una riflessione filosofica in prima persona, c?mm~1an~? a_ lavorare sulla pro
pria filosofia "spontanea" per costruire gradualmente una frlosof~il criticamente avveduta ..
Gli autori.
INDICE GENERALE
• STILI DI PENSIERO E I La.b o·r atori.o ·d ì piloso:f ia · j PROBLEMI E ATTUALIZ7AZIONI 65
METODI DEL FILOSOFARE 1 • F. CASTELLI Josè Saramago nella caverna
STILI E MODELLI DELLA RAGIONE 7 di Platone 65
FILOSOFIA COME ••• 8 2. H. CHADWICK L'influsso di Agostino 67
METODI E STRUMENTI DEL FILOSOFARE 10 3. E. SEVERINO La morte e /'angoscia
STRATEGIE DI ARGOMENTAZIONE 12 del divenire 68
TIPOLOGIE DI TESTO 13 4. F. SAVATER L'esistenza ha senso? 69
I +
jJ..aboraioriodi:filosofia FILOSOFIA: PROPOSTE DI LAVORO 72
ISTRUZIONI PER L'USO 16
2
LA FILOSOFIA È UNA MATERIA DIFFICILE? 16 FILOSOFIA
COME STUDIARE UN AUTORE? 16 MORALE
CoME SI LEGGE UN TESTO FILOSOFICO? 17 j . . · }JitrodUzione ··· 1
CHE cos'.È UNA MAPPA CONCETTUALE? 18 77
lA RIFLESSIONE SUL PROBLEMA MORALE 77
COME LEGGERE UN'OPERA: UN ESEMPIO 19
PRIMA DELLA LETTURA 19 lA SOCIETÀ ANTICA 78
LETTURA RAPIDA 19 I. CHE COS'È IL BENE? CHI È VIRTUOSO? 79
LETTURA ANALITICA 20 2. PERCHÉ ESISTE IL MALE? 82
3. LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ 82
1 4. È POSSIBILE ESSERE FELICI? 83
METAFISICA 5. CHE COSA SIGNIFICA AMARE? 85
I I
~ I ntrodilzi.cine ·.. .. ·. IL MEDIOEVO 87
23
I .· . · .A*J>logùi:''.'· ·I
lA RIFLESSIONE METAFISICA 23 92
I. CHE COS'È LA METAFISICA? 23 1. DEMOCRITO Libertà e felicità del saggio 92
2. CHE COS'È L'ESSERE? 24 2. I RAGIONAMENTI DUPLICI Il relativismo morale 93
3. CHI È Dm? 27 3. SOCRATE Che cos'è la virtù? 95
4. Ho UN'ANIMA IMMORTALE? 29
4. PLATONE L'amore come ricerca
5. CHE COSA SIGNIFICA MORIRE? 32
dell'altro "se stesso" 97
I
j , e Antologia · · 35 5. ARISTOTELE Le virtù etiche 1 00
1. PARMENIDE L'essere è 35 6. EPICURO Le ragioni della felicità 1 03
2. PLATONE Oltre Parmenide 36 7. PLOTINO L'amore celeste dell'anima 104
3. ARISTOTELE La filosofia prima 39 8. AGOSTINO Che cos'è il male? 106
4. AGOSTINO Dio e l'essere 41 9. ABELARDO L'intenzione morale 107
5. TOMMASO D' A. È evidente che Dio esiste? 42 1 o. BERNARDO DI CHIARAVALLE I quattro gradi
6. PLATONE Immortalità e "buon governo dell'amore 110
dell'anima" 45 11. TOMMASO D1 AQUINO La beatitudine come
7. ARISTOTELE L'anima, forma del corpo 47 visione dell'essenza divina 111
I
8. BONAVENTURA L'ascesa dell'anima a Dio 49 Analisi e}nterpretazionil
114
9. PLATONE La filosofia come preparazione
1. A. BANFI Socrate e un'idea superiore
alla morte 51
della moralità 114
10. LUCREZIO La "smania di vivere" e
2.M.VEGITTI La crisi dell'etica della
la paura della morte 53
polis nell'età ellenistica 116
11. AGOSTINO La morte non deriva da Dio 55
3. É. GILSON Agostino e il primato
I
j Analisi e lnterpretazioni della volontà e della carità 11 8
57
I I
1. H. G. GADAMER Aristotele: la fisica alla
l)lbliratorio di pilosofia PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 120
base della metafisica 57
1 . S. NATOLI Virtù antiche e moderne 120
2. J.-P. VERNANT I due volti della morte greca 60
2. u. GALIMBERTI La nascita dell'Io 122
3. M. T. FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI -M. PARODI
+
La rivoluzione di Tommaso 62 PROPOSTE DI LAVORO 124
3 FILOSOFIA 5. AGOSTINO Impariamo non dalle parqle,
E SCIENZA ma dal Maestro interiore 191
· JntròduZione I 6. TOMMASO D'AQUINO La verità come conformità
129
de/l'intelletto alla cosa 193
LA RIFLESSIONE SULLA SCIENZA 129 I I
Analisi e JnterpretaZioni
I. VALORE E SIGNIFICATO DELLE CONOSCENZE 195
SCIENTIFICHE 130 1. B. SNELL L"'invenzione" de/l'articolo
2. CHE COS'È LA NATURA? 135 determinativa 195
3. IMMAGINI DELL'UNIVERSO 138 2. W. JAEGER Aristotele e la ricerca
4. CHE COSA SONO LO SPAZIO E IL TEMPO? 141 come e~perienza 197
5. l.:INFINITO ESISTE? 143
I.-La-_--b-ora--,-:1-on-·o-di-.F il.--~o-so-fia~·-1 201
I. ; •• Alitologia 145 ----- -- -_ · ·-- - PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI
1. IPPOCRATE Critica della medicina magica 145 1 . E. MORIN La conoscenza della
conoscenza 201
2. PLATONE La scienza della natura,
solo una "favola verosimile" 147 2. E. BERTI Aristotele: "amore per
/'esperienza" e rigore
3. ARISTOTELE La scienza è conoscenza
argomentativo 202
de/l'universale 148
+
4. ARISTOTELE L'infinito potenziale 150 PROPOSTE DI LAVORO 205
5. LUCREZIO L'universo infinito 151
6. TEODORICO DI CHARTRES li ''Trattato dei sei 5
giorni della creazione" 153 LOGICA
7. R. BACONE La scienza sperimentale 156 I
Jntroduiione -
I I 209
Alialisi e Jnterpret~ioni
159
LA RIFLESSIONE SUL RAGIONAMENTO
1. P. CASINI Fisica e matematica VALIDO 209
nell'antichità 159
2. S. VANNI Rov1GHI li valore della natura in LA SOCIETÀ ANTICA 210
Tommaso d'Aquino 161 I. LA FONDAZIONE DELLA LOGICA ANTICA 210
I- 2. ARISTOTELE E LA LOGICA COME 6RGANON
L--a-boratl)ri--o--- -di -Fi-l~ot-ia--1 PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 163 DELLA SCIENZA 211
1. G. LLOYD li contributo dei Greci alla 3. LE LOGICHE MEGARICA E STOICA 214
filosofia della scienza 163 IL MEDIOEVO 216
2. É. G1LSON li Medioevo e la natura 165 I Antoltigill_ · -I
+ 218
PROPOSTE DI LAVORO 168
1 . ZENONE DI ELEA Ragionamenti contro il moto 218
4 FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA 2. PLATONE li procedimento dialettico 219
3. ARISTOTELE li sillogismo 221
E DEL LINGUAGGIO
4. DIOGENE LAERZIOAspetti della dialettica stoica 222
I I
-IntroduZio~~ .. 174 5. ABELARDO L'universale 224
LA RIFLESSIONE SULLA CONOSCENZA 6. GUGLIELMO DI OCKHAM La "suppositio" 227
E SUL LINGUAGGIO 174
l:;~Diil~~~!_:t~~~t~~~JW-1 229
LA SOCIETÀ ANTICA 175
I. CHE COS'È LA VERITÀ? 1 . E. BERTI Sillogismo e scienza 229
CoME "LA POSSIAMO CONOSCERE? 175 2. M. PoHLENZ __ La teoria stoica del sillogismo 231
2. CHE COS'È IL LINGUAGGIO? 178 3. F. ALESSIO Abelardo e la questione
181 degli universali 234
IL MEDIOEVO
I. ; Antl)I11gia : . I 183 ---•-. ì-;ib-,.o ·r-a' t·o··•r-i-o-" '4-i"''.''F'°i"l".'~''~'"~") -~ROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 237
1. ERACLITO La verità, ai confini dell'animal 83 1. S. BLACKBURN li ragionamento e la logica 237
2. GORGIA La verità è inconoscibile 2. R.H. PoPKIN ~A. STROLL Cinque regole di
e incomunicabile 184 validità del sillogismo 238
3. PLATONE La verità è al di là 3. R.H. POPKIN - A'STROlL
de/l'esperienza e dell'opinione 187 · Argomentazioni fallaei 241
4. ARISTOTELE La conoscenza attraverso +
/'esperienza 190 PROPOSTE DI µtyQRO 245
6
FILOSOFIA DELLA POLITICA I
Analisi e }nterpretazionil
317
E DEL DIRITTO
I 1. W. JAEGER La paidéia greca 317
•. . · Jntr0dUZione .· ·
250 2. H.-1. MARROU L'Umanesimo classico 319
LA RIFLESSIONE SULLA POLITICA E SUL DIRITT0250 3. J. DEWEY La filosofia platonica
I. LO STATO E LA GIUSTIZIA 252 del/'e ducazione 321
LA SOCIETÀ ANTICA 252 4. G. CAMBIANO I filosofi e la concezione
del "bambino" 324
IL MEDIOEVO 255
2. ESISTE UNA GUERRA GIUSTA? 257 I.. L a.b oratorio d· i •p ilos. o.f· ia . I PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 326
1 · Antologia 1. J. DEWEY La filosofia come teoria
259
e generale de/l'educazione 326
1. PLATONE Socrate il 'patto' con la 2. J. MARITAIN L'idea cristiana dell'uomo e la
città e le sue leggi 259
sua influenza su/l'educazione 328
2. PLATONE La giustizia nello Stato 261 +
3. ARISTOTELE Lo Stato 263 PROPOSTE DI LAVORO 330
4. TOMMASO D'AQUINO Potere spirituale e
potere temporale 265 8 FILOSOFIA
5. TOMMASO D'AQUINO Quando una guerra può DELL'ARTE
essere considerata ''giusta"? 265 I
}ntroduzionè.
336
6. MARSILIO DA PADOVA Il Il primo legislatore" 267
LA RIFLESSIONE SULI.:ARTE 336
j :Ailalisi e l~tèrpretazfoni j
270
LA SOCIETÀ ANTICA 337
1 . H. ARENDT La polis come esperienza
IL MEDIOEVO 341
della libertà 270
2. A. KOYRÉ L'utopia della "città giusta" j: ,Antologia . . j 344
in Platone 272
1. PLATONE Ione 344
j ·I Jlbo~atorio di }'il~scifia I PROBLEMI E ATIUALIZZAZIONI 215 2. ARISTOTELE L'imitazione e le origini
della tragedia 346
1. F. SAVATER L'invenzione greca della
democrazia 275 3. PLOTINO Il Bello 349
2. R.H. POPKIN -A STROLL Tre obiezioni alle tesi 4. AGOSTINO - TOMMASO D'AQUINO
"tecnocratiche" di Platone 277 Due tesi sul "bello" 352
3. M. SAUTET La politica di potenza della j·Analisi e·}nterpretazioiiil
polis e i suoi insegnamenti 279 354
4. N. BoBBIO La teoria della guerra ''giusta"281 1. R. BoDEI Il Pitagorismo e l'idea del
+ Bello come 'armonia' 354
PROPOSTE DI LAVORO 284
2. H. G. GADAMER Il senso della critica
platonica dell'arte 356
7 FILOSOFIA
3. U. Eco La sensibilità estetica
DELL'EDUCAZIONE
medievale 358
I
J . ·.. . }ntrOduzione · · 291 I Laboratorio di.Filosofia I
· .- . ·· PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 3 61
LA RIFLESSIONE SULI.:EDUCAZIONE 291 1. F. SAVATER Il piacere del "bello" 361
LA SOCIETÀ ANTICA 292 2. G. LuKAcs La catarsi aristotelica come .
IL MEDIOEVO 297 categoria generale de/l'estetica 363
I. · .. · +
Aiitol<igia PROPOSTE DI LAVORO 365
302
1 . PROTAGORA L'educazione e l'insegnabilità
9 MITO, RELIGIONE
del sapere e della virtù 302
E FILOSOFIA
2. PLATONE La maieutica socratica 304
3. PLATONE La formazione del filosofo 307 }ntroduZione . J 369
4. ARISTOTELE Lo Stato e le discipline
della formazione 311 LA RIFLESSIONE SUL MITO E
SULLA RELIGIONE 369
5. AGOSTINO Il Maestro interiore 313
6. TOMMASO D'AQUINO Se l'uomo possa LA SOCIETÀ ANTICA 370
insegnare ad un altro 315 IL MEDIOEVO 372
.··· ... AntOiogi& 375 j ( Anfologia 429
1. ESIODO La nascita degli dèi 375 1 . ARISTOTELE Padrone e schiavo 429
2. ARISTOTELE I limiti della mitologia 376 2. AGOSTINO li.lavoro è una gioia? 431
3. ANSELMO D'AOSTA La ragione e Dio 378 j Analisi e Jnterpretazioni j
4. TOMMASO D'AQUINO li filosofo e il credente 379 433
I I 1. P. M. ScHUHL Perchè /'antichità classica
e
Analisi Jnterpretazioni 381 non ha conosciuto
1. M. I. FINLEY La produzione e il "macchinismo"? 433
sistemazione dei miti 381 2. R. SATOLLI Tecnologia e progresso in
2. É. GILSON Il problema della filosofia età ellenistica 435
cristiana 383 I. I
Laboratorio di pilosofia
I I . · · . . PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 43 7
I;ib. orato.r io di :pil·o· sofia PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 386 1. J.-P. JOUARY "Cultura" e "lavoro" 437
1. M. ELIADE Che cos'è il mito? 386 2. A. KoYRÉ La scissione fra ''pensiero tecnico"
2. GIOVANNI PAOLO Il Fides et ratio 388 e ''pensiero scientifico" 438
+ +
PROPOSTE DI LAVORO 390 PROPOSTE DI LAVORO 440
10 12
FILOSOFIA LE FILOSOFIE DEL LONTANO
DELLA STORIA E DEL VICINO ORIENTE
~, -J-ntro-duz-i-on-e~j ~,- .,--J-ntro-dUZI-.· -on-e~j
395 443
LA RIFLESSIONE SULLA STORIA 395 ORIENTE E OCCIDENTE: DUE LUOGHI
"SIMBOLICI" 443
LA SOCIETÀ ANTICA 396
IL MEDIOEVO 399 FILOSOFIE E RELIGIONI DEL LONTANO
ORIENTE 444
Antologia 401 l:INDUISMO 445
1. EMPEDOCLE L'universo, sempre diverso IL BUDDHISMO 446
e sempre uguale 401 IL CONFUCIANESIMO 447
2. DEMOCRITO li progresso umano 402 IL TAOISMO 448
3. LUCREZIO Progresso e felicità 404 IL PENSIERO ISLAMICO ED EBRAICO 449
4. AGOSTINO Le due città 406 LO SGUARDO SULI:ALTRO 450
UN RAPPORTO PROBLEMATICO 450
j Analisi e Jnterpretazionij
409 IL MONDO CRISTIANO 451
1 . F. CHÀTELET I Greci e la storia fra mito
Antologia.
e scienza 409 453
2. H. KONG La teologia della storia di 1. li mondo, il dolore e la via
Agostino 411 della salvezza 453
I 2. CONFUCIO Il costante mezzo 455
j Laboratorio di pilosofia
PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 414 3. LAo-Tzu li Tao 457
1, J.-P. JoUARY Domande sulla storia 414 j.
Analisi e Jnterpretazioni j
2. K. POPPER Non esiste un senso della 460
storia 417 1. R. GNOLI Karman, yoga, nirvana 460
3. U~ GALIMBERTI li Cristianesimo e il senso 2. l. MEAizA-G. BURRINI Vita e filosofia di Buddha462
della storia 41 7 3. M. GRANET Yin e Yang 463
+ PROPOSTE DI LAVORO 420 4. R. MoRGHEN L'unità spirituale del mondo
mediterraneo medievale 465
11 FILOSOFIA, 5. C. BAFFIONI L'apporto "arabo" alla
filosofia: l'Islam 468
TECNICA E LAVORO
: ~, -J-ntro-du-zi-on-e~j j Laboratorio di pil0sofia j PROBLEMI E ATTUALIZZAZIONI 4 72
423
1. w. MONTGOMERY WATT L'Islam e il debito
LA RIFLESSIONE SUL LAVORO E de/l'Occidente 472
SULLA TECNICA 423 +
PROPOSTE DI LAVORO 473
LA SOCIETÀ ANTICA 424 I
I
.· IL MEDIOEVO 428 • INDICÈ DEI NOMI 478
STILI DI PENSIERO E
METODI DEL
FILOSOFARE~
STILI E MODELLI DELLA RAGIONE
Se fare filosofia significa porsi le "domande della vita'',1 in che modo dobbiamo
tentare delle risposte? Filosofi e filosofie, storicamente, lo hanno fatto con approcci
diversi, esprimendo cioè diversi stili di pensiero. Infatti, se è vero che ogni sistema
filosofico poggia su una propria idea di "filosofia", è anche vero che si possono rin
tracciare modi simili di concepire e di svolgere la propria attività, da parte dei filo
sofi: e non solo di pensatori che appartengono ad uno stesso indirizzo e periodo sto
rico, ma anche di quelli che seguono indirizzi diversi, o Vivono in diverse età.
Ogni stile di pensiero è contraddistinto: ·
1. dalle domande che il filosofo si pone;
2. da un modello di razionalità, cioè da un modo di intendere l'attività e i poteri del-
la ragione e di concepire il ruolo e la funzione della filosofia;
3. dalla preminenza e dall'uso di uno o più metodi;
4. dall'elaborazione e daU'uso di alcuni strumenti per filosofare;
5. da una o più strategie argomentative, cioè da modi per giustificare, spiegare,
esprimere le tesi e le "verità" di ogni filosofia.
Il primo atto della filosofia, che nasce - come ha detto Aristotele - dalla "meravi
glia" e dall"'ignoranza", è porre e formulare problemi, appunto le "domande della
vita".
Definire e analizzare il repertorio di ta"li "domande" è il compito sia del Tomo A
che del Tomo B: nel primo, considerandole nei filosofi e nelle filosofie che le hanno
espresse, le questioni sono collocate in un dato tempo storico e rispetto ai problemi
che quel tempo si è posto; nel secondo si guarda soprattutto ai problemi, alla loro at
tualità rispetto a noi, ma sempre cercando di coniugare tale problematicità con la
storicità di quelle domande, cioè con il loro determinarsi ed evolversi nel mondo an~
tico e medievale.2
La filosofia, nel corso del suo svolgimento, ha incarnato diversi modelli di razio
nalità. Ad esempio, nel periodo cosiddetto "presocratico", in alcuni pensatori (Talete,
Anassimene, Anassagora ... ) il modello di razionalità che caratterizza l'indagine filo
sofica sembra identificarsi con quello della scienza (cioè di una ricerca condotta
mediante una sistematica attività di osservazione e organizzazione razionale dell'e
sperienza), mentre in altri (Eraclito, Parmenide ... ) appare più corrispondente a quel
lo della sapienza, cioè a un approccio totalmente sganciato dal piano dell'esperien
za sensibile e caratterizzato dalla "pura" visione e contemplazione della Verità, co
me se fosse questa a rivelarsi al filosofo.
Nella storia della filosofia - quindi nel mondo.antico e medievale come nell'età
moderna e nel Novecento - si è discusso a lungo sui modi di concepire la raziona
lità e la filosofia. In questa sede intendiamo illustrarne alcuni, limitandoci per il mo
mento a quelli più rilevanti espressi dalla filosofia antica e medievale.
1. Vedi il capitolo introduttivo "Perché la filosofia?" del Tomo A, Volume 1.
2. Per una prima - complessiva - rassegna delle "domande" si rinvia al già citato capitolo
introduttivo del Tomo A.
STILI DI PENSIERO E METODI DEL ALOSOFARE
FILOSOFIA COME •••
a. "sapienza"
Come si è già accennato, u~o dei primi modelli che si incontrano è quello sapien
ziale. Che cos'è la sapienza? E un sapere che ha per oggetto la realtà suprema delle
cose; La filosofia; in quanto "amore della sapienza", viene intesa allora come ricerca
di quel sapere assoluto, o come theorfa, visione della verità ultima. Questa avrebbe
origine divina, e sarebbe per l'uomo un dono ricevuto dall'alto, una verità che illu
mina la sua mente.
Nel VI e V secolo a.e. vi sono filosofi che considerano la verità - di cui si dichia
rano in possesso - come annuncio, cioè come discorso che la Verità stessa rivela, pri
ma a loro e poi, per loro tramite, a noi. Così essi non "spiegano" in modo argomen
tato e trasparente la verità, ma si esprimono con un linguaggio poetico o in modo
enigmatico, "per aforismi", cioè mediante detti brevi ed oscuri, carichi di tensione e
forza drammatica, che si limitano ad "alludere" ad essa, chiamando gli altri uomini
a "decifrarla", a intenderne il senso riposto. li filosofo è considerato un essere privi
legiato, che ha il compito di ricevere quella verità "infusa" per poi trasmetterla non a
tutti ma solo a pochi altri, membri di una setta iniziatica (Pitagora) o di una ristretta
"scuola" (Parmenide), o comunque capaci di intendere un linguaggio oscuro, di tipo
"oracolare" (Eraclito). Dall'insegnamento della "verità" rimangono esclusi tutti colo
ro - la maggioranza degli uomini - che non sarebbero in grado di intenderla. Per i
pochi (i "migliori" dice Eraclito), "filosofare" significa abbandonare la via dell'espe
rienza, che in sé è confusa e contraddittoria, per muoversi invece sulla linea del pu
ro pensiero, dell'intuizione e della contemplazione della verità suprema.
li modello sapienziale, pur guardando a un sapere occulto e svelato a pochi, rap
presenta una razionalità che, al c;li là dell'apparenza, è convinta di saper cogliere la
realtà in se stessa.
b .." scienza"
Opposto al modello sapienziale è quello che considera la filosofia come una
"scienza", cioè come un sapere dotato del medesimo rigore logico e argomentativo
di quello espresso, ad esempio~ dalla matematica, dalla fisica o - soprattutto nell'an
tichità - dalla medicina. Secondo una linea interpretativa che risale ad Aristotele,
scienza e filosofia sono nate insieme e fra loro indissolubilmente legate. Anzi, si po
trebbe dire che per lungo tempo sono pressoché indistinguibili, in quanto espressio
ne di uno stesso modello di razionalità, quasi come astri formatisi da una medesima
"nebulosa primitiva".3 Così, nell'antichità, non pochi filosofi - soprattutto fra i primi
pensatori - hanno considerato loro compito fondamentale ricondurre la massa dei
dati empirici a un principio razionale ed astratto di spiegazione, frutto, allo stesso
tempo, di osservazione e di ragionamento.
I maggiori filosofi dell'antichità, Platone e Aristotele, hanno qualificato la filos~fia co
me epistéme, cioè "scienza", anzi come la massima scienza raggiungibile dall'uomo.
c. "dialogo"
Il modello dialogico concepisce e pratica la filosofia come "riflessione su ... ", ossia
come ricerca, confronto sempre aperto su una molteplicità di questioni. Interprete in
superato di questo modello di razionalità è Socrate (con Platone, il discepolo che ha
rappresentato nella forma letteraria del dialogo l'indagine socratica e ha poi svilup
pato la propria), il quale non ha lasciato scritti e ha svolto un'attività di insegnamen
to poggiante - appunto - sulla ricerca e sul dialogo.
Socrate e Platone ritengono che il discorso non sia solo uno strumento di persua
sione, la dimostrazione di una abilità nel carpire con ogni mezzo il consenso di chi
ascolta, ma anche mez.zo fondamentale di comunicazione, di ricerca comune della
verità. Il metodo esercitato nel dialogo è quello dell'interrogazione e dell'ironia. Il
dialogo richiede che si sappia non solo comunicare idee, ma ;rnche disporsi all'a
scolto dell'altro, che si sia disposti a mettersi in gioco, a veder posti in discussione il
proprio punto di vista e le proprie idee, a rinunciare alla convinzione di "possedere"
3, L'espressione è di Carlo Monaco, Conoscere la filosofia, Thema Editore, Bologna 1998.
5nu DI PENSIERO E METODI DEL FILOSOFARE
la verità. Perciò, Socrate smaschera e smonta la presunzione dell'interlocutore, con
futandone le tesi e simulando la propria ignoranza, affermando che il suo effettivo sa
pere è un "saper~ _di non sap~re". Egli, 9uindi,. non "i~segna'~, non "t~asmett~': ad al
tri una "sua" verita, ma esercita la funzione dr "ostetrico", aiutando 1 propri interlo
cutori a "partorire", cioè a far nascere da se stessi la verità. Dopo Socrate, il dialogo
è stato considerato un modello altissimo, esemplare; nel quale la filosofia si realizza
come ricerca comune, come esame e discussione di una molteplicità di tesi contrap
poste.
d. "essenzialismo"
Ma la ricerca - hanno sostenuto alcuni filosofi-, pur dovendo passare attraverso il
dialogo e il confronto "deve" trovare uno sbocco positivo, cioè giungere a dire che
cosa è la realtà in se stessa, qual è il suo fondamento, la sua essenza: ed è stato que-
sto il compito intrapreso da Platone e Aristotele. .
Un filosofo olandese contemporaneo, Paul Wouters, così descrive l'"essenzialismo":
"vivendo in una realtà multiforme, in continuo mutamento, quasi cao
tica, che ci si impone, riteniamo di sapere che dietro quella facciata si
cela un'essenza in grado di spiegare queste impressioni caotiche. Questa
essenza, questa sostanza della realtà, ha le seguenti caratteristiche:
- è nascosta, non direttamente accessibile ai sensi; esempio: vediamo
che gli oggetti in caduta libera si spostano nelle maniere più varie più
o meno verso il basso, ma crediamo di sapere che tutti "veramente" si
conformano alla legge impalpabile de/l'invisibile forza di gravità;
- al contrario delle volubili forme apparenti, [. .. ] è stabile; [. .. ]
- è comprensibile, penetrabile per mezzo della ragione;[ ... ]
- [. .. ] è oggettiva, la stessa per tutti; [. .. ]
- [. .. ] è normativa, imperativa: se qualcosa, in qualsiasi luogo o mo-
mento, cade per via d'acqua, di terra, o d'aria, deve cadere secondo
le leggi della caduta; altrimenti, la definiamo un'anomalia".4
I due filosofi antichi che hanno assunto tale modello del filosofare non hanno con
cepito questa "essenza" allo stesso modo. Platone, infatti, ha sostenuto che quel fon
damento della realtà (che .chiama "idea", o meglio, "mondo delle idee''), proprio per
ché è un modello "puro" e assoluto di perfezione, non può essere nel mondo in cui
viviamo e operiamo (poiché questo "diviene", cioè cambia continuamente, è imper
fetto, ecc.), ma deve necessariamente trascenderlo, collocandosi in una dimensione
che è al di là dell'esperienza.
Aristotele ha rovesciato questa impostazione ed ha invece sostenuto che le essen
ze - che il filosofo e lo scienziatò devono conoscere per comprendere la realtà au
tentica delle cose - sono immanenti alle cose stesse, non trascendenti, sono cioè la
lorò forma e struttura interna.
li Platonismo e l'Aristotelismo non solo hanno influito profondamente sulle diverse
filosofie cristiane del Medioevo, ma, osserva ancora Wouters, "costituiscono il nucleo
del metodo scientifico, il quale ha avuto un successo indiscutibile. li pensiero che sta
alla base del/'essenzialismo, ossia la ricerca della sostanza dietro /'accidente, della
legge dietro il fenomeno, è al tempo stesso l'ethos della scienza (naturale) fino ai gior
ni nostri".5
e. "arte del vivere"
A una filosofia.intesa soprattutto come teoria,· attività di "lettura" della realtà, si è
contrapposta una filosofia concepita come ricerca della saggezza, cioè come "arte
del vivere". Si tratta. di un modello che ritorna periodicamente nella storia del pen
siero e che - nella Grecia antica - si è affermato in età ellenistica soprattutto con
l'Epicureismo, lo Stoicismo e lo Scetticismo. Alcuni interpreti, tuttavia, osservano che
gran parte del discorso filosofico antico e medievale è originato da una scelta di vita
4. Da P. Wouters, La bottega del filosofo, Carocci, Roma 2001. I neri nel testo sono nostri.
5.Ibidem.