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SOMMARIO
DI STORIA DELLA FILOSOFIA
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MARIO DAL PRA
ORDINARIO DI STORIA DELLA FILOSOFIA NELL'UNIVERSITÀ DI MILANO
SOMMARIO
DI STORIA DELLA FILOSOFIA
PER I LICEI CLASSICI E SCIENTIFICI
Voi. I
LA FILOSOFIA ANTICA E MEDIEVALE
LA NUOVA ITALIA
FIRENZE
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In copertina:
Jan van Eyck, San Girolamo nel suo studio ( 1442).
Detroit, lnstitute of Arts.
©Copyright 1963 by La Nuova Italia Editrice, Scandicci (Firenze)
Printed in ltaly
Stampa: A.L.T., Bagno a Ripoli (Firenze)
l'edizione: marzo 1963
l' ristampa: ottobre 1964
26' ristampa: marzo 1990
ISBN 88-221-0532-X
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INTRODUZIONE
1. La filosofia.
Solo lo studio dell'intero sviluppo della storia della filosofia può dare
un'idea abbastanza determinata, e nello stesso tempo articolata, del signifi
cato e del contenuto di questa disciplina: esaminando, attraverso la storia,
le varie forme che essa è venuta assumendo, cogliendo, con le sue diversità,
anche i caratteri comuni che ha mantenuto nelle diverse epoche, ci si potrà
fare, certamente, un'idea abbastanza precisa, e fondata, dei suoi caratteri
generali e del suo senso nel campo della cultura. Qui, all'inizio dello studio
della storia della filosofia, bisognerà giovarsi del concetto generale che lo
storico si è fatto della filosofia e proporlo, a titolo di ipotesi, come criterio di
scelta e di ordinamento del vasto materiale storico; con la consapevolezza
che, in ultimo, il concetto della filosofia, a cui ci si richiama, è, nello stesso
tempo, il risultato di un'esplorazione storica, ma anche, la sua premessa, in
. una sorta di circolo, a cui non è possibile sottrarsi. Il risultato di tale circolo
è pertanto il fatto che sia il concetto di filosofia a cui ci si richiama, sia la
storia che se ne svolge hanno un carattere non conclusivo ed assoluto, ma
relativo e perfettibile; possono quindi essere entrambi modificati, in se
guito a ricerche e ad orientamenti ulteriori o diversi.
Proponiamo dunque una definizione di massima della filosofia che
possa essere tenuta presente ed orientare la successiva esposizione stbrica:
la filosofia è quella forma della conoscenza umana che tende al massimo di
generalità ed al massimo di unificazione. Anzitutto, in tale defo;1izione,
facciamo riferimento ad una forma distinta dell'iniziativa umana, quella
che si chiama conoscenza e si differenzia da altre forme di iniziativa, come,
per esempio, il sentimento o la passione, la stessa azione, la fantasia o
immaginazione. Ciò significa che, nella filosofia, non facciamo appello a
impulsi, a stati d'animo, a slanci o a modi di sentire; nemmeno facciamo
riferimento a quell'iniziativa mediante la quale l'uomo tenta di modificare
la situazione nella quale vive e che riguarda tanto il mondo fisico quanto gli
altri uomini; e infine la conoscenza non può essere confusa con il libero
sfogo dell'immaginazionè, al quale pure l'uomo può fare ricorso in varie
circostanze della sua esistenza. Già nel far cenno alla conoscenza, a quello
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INTRODUZIONE
che essa è ed a quello che non è, facciamo riferimento al mondo dell'uomo e
ad una molteplicità di sue esplicazioni, nel cui ambito riteniamo di poterne
distinguere ed individuare una, appunto la conoscenza, che comprende
elementi della vita mentale organizzati secondo criteri che si possono
consapevolmente controllare e che pensiamo abbiano qualche forma di
rispondenza con quanto oltrepassa le stesse idee e viene solitamente indi
cato come realtà. Un sentimento di amore o di odio è vissuto immediata
mente e viene avvertito come una sorta di spinta interna che ci sollecita ed a
volte ci turba; invece una conoscenza sembra comportare una maggiore
mediazione, essere piu indiretta, mirare ad un maggiore distacco da ciò a
cui viene riferita, e, con ciò, anche ad una maggiore rispondenza e ad un
legame piu puntuale col suo oggetto.
Tutte le varie forme dell'iniziativa umana si esplicano o in maniera piu
immediata ed occasionale, oppure in maniera piu continua, piu elaborata,
in cui l'iniziativa dell'uomo si viene organizzando a livelli piu complessi;
nasce cosi un mondo diverso da quello dell'iniziativa nativa ed originaria
dell'uomo e nel quale tuttavia quella iniziativa si viene esplicando e quasi
concretizzando: è il mondo della cultura, del quale fanno parte la scienza
come l'arte, la religione come il diritto, l'organizzazione economica come il
costume. D'altra parte, l'iniziativa umana ha come punto di riferimento
costante un altro mondo, quello che siamo soliti indicare come il mondo
fisico degli oggetti e degli organismi e che diciamo anche «mondo
·esterno»; esso è coinvolto largamente dall'iniziativa dell'uomo, anche se
quest'ultima si volge, in larga parte, in direzione degli altri uomini e dei loro
rapporti, in ordine ai quali si produce buona parte della cultura.
Tornando all'attività conoscitiva dell'uomo, essa assume forme varie e
molteplici; non solo si dà la conoscenza sensibile e quella che viene
chiamata conoscenza intellettiva, la conoscenza, per esempio, del colore
rosso di un garofano e la conoscenza dei rapporti che sono propri di un
triangolo rettangolo; ma si ha anche la conoscenza spicciola della vita
quotidiana, che ha già un suo grado di organizzazione, ma è tuttavia legata
alla varietà ed alla precarietà delle vicende immediate, e si ha una cono
scenza piu evoluta e piu elaborata che mette capo alla scienza. La scienza è
indubbiamente la forma piu organizzata della conoscenza ed uno dei
prodotti piu tipici e rilevanti della cultura. Non abbiamo qui la pretesa di
determinare con poche parole che cosa sia una scienza, ma ci basta richia
mare che ogni scienza organizza un ambito particolare di conoscenze,
mentre la filosofia tende a porre delle questiòni conoscitive di carattere piu
generale, le piu generali che sia possibile porre nell'ambito della cono
scenza. La prima delle scienze che si è organizzata in forma autonoma, la
matematica, ha abbracciato, ad esempio, in forma sempre piu completa ed
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§ I LA FILOSOFIA
approfondita lo studio della quantità discontinua o numero nell'aritmetica
e della quantità continua o spazio nella geometria; entro questo ambito essa
ha dato ordine alle proprie conoscenze, muovendo da principii e ricavan
done conseguenze; ha adottato un proprio metodo di dimostrazione, ha
anche affrontato le discussioni intorno alla validità dei propri principii o
punti generali di partenza, criticandoli, modificandoli, correggendoli; nella
sua storia ha anche avuto delle svolte importanti, in cui o parte dei suoi
criteri o alcuni dei suoi contenuti sono stati o abbandonati o aggiunti o
rinnovati. Con tutte queste modificazioni, però, la matematica non ha
cessato di essere una scienza particolare, importante quanto si voglia, ma
limitata allo studio di quel determinato oggetto e quindi ben distinta, per
esempio, da altre scienze, non meno importanti e non meno determinate
nel loro oggetto, come la biologia, o la meccanica ecc.
Ora la filosofia, pur essendo come la scienza un risultato dell'attività
conoscitiva e pur costituendo con essa uno dei prodotti piu tipici della
cultura, si distingue dalla scienza proprio in quanto, mentre questa è
particolare, essa tende alla conoscenza piu generale e piu unificata. Si
potrebbe pensare che la conoscenza umana possa bene esaurire il suo
compito attraverso l'organizzarsi di una molteplicità di scienze particolari,
capaci di coprire tutto il campo di volta in volta accessibile; eppure,
abbastanza regolarmente, nelle varie età, si è venuta affermando, accanto al
sapere scientifico, la filosofia come tentativo di affrontare e di discutere i
problemi di ordine piu generale. Essa non si riferisce né ai risultati di
singole scienze, né alla loro somma; si riferisce, invece, a delle totalità, a
delle unità, a degli orizzonti complessivi. Può, per esempio, riferirsi al
mondo degli oggetti fisici ed organici, a quella che si chiama «natura»; ma
non per studiarne un singolo aspetto particolare, ma per porre questioni
che riguardano il suo insieme, i suoi caratteri, la sua origine ed anche, al suo
interno, i vari settori in cui può distinguersi e le relazioni che corrono tra
loro. Può anche riferirsi al mondo dell'uomo e della sua coscienza e delle
sue attività: ma, anche in questo caso, non per studiarne singoli ambiti
particolari, ma per considerare il suo insieme, la sua totalità, in relazione
alla quale anche le varie forme dell'attività e dell'iniziativa umana prendono
un significato ed una collocazione piu determinate. Qui appare ?n tutta
evidenza che la filosofia, pur essendo conoscenza, prende ad oggetto della
sua ricerca la realtà dell'uomo nel suo insieme, e nelle varie forme di attività
che egli esplica; e cosi indaga anche la stessa conoscenza umana, ma oltre
ad essa studia le altre forme di iniziativa, e pertanto anche il mondo del
sentimento e quello dell'azione e quello della fantasia; e tenta di cogliere i
rapporti che intercorrono tra queste varie forme di attività ed il senso che
ciascuna di esse deriva dall'insieme.
IX
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INTRODUZIONE
È ovvio però che oggetto principale della filosofia sia il mondo della
cultura, cioè i prodotti delle varie attività umane nel loro esercizio piu
stabile ed organico; ma non considerati, ancora una volta, nella loro
particolarità, quanto invece visti nell'unità e nella generalità della stessa
cultura e colti nei loro rapporti, oltre che nella loro distinzione.
La filosofia, come conoscenza, non può non mirare a mantenere alcuni
dei caratteri principali, propri della scienza e principalmente il rigore
nell'organizzazione dei suoi passaggi o dimostrazioni ed una sorta di
verifica empirica. Ma è anche vero che questi procedimenti conoscitivi non
possono essere in tutto identici nella scienza e nella filosofia. Il mutamento
nell'oggetto comporta anche inevitabilmente un mutamento nei procedi
menti. E se, per esempio, nel caso di una scienza particolare, la verifica
assume un senso determinato, nel caso della filosofia che ha a che fare con
delle totalità la verifica assume una determinazione diversa e corrispon
dente. Proprio a ciò si sono riferiti i filosofi quando hanno suggerito di
tener conto della differenza che passa tra il conoscere (riferito alla scienza)
ed il pensare, oppure tra l'intelletto (inteso come la funzione propria della
costruzione scientifica) e la ragione (inteso come la funzione propria della
costruzione filosofica). Il pensare si distingue dal conoscere proprio perché
spinge la conoscenza al limite della totalità; e l'intelletto si distingue dalla
ragione proprio perché si riferisce agli ambiti particolari della conoscenza,
mentre la ragione mira a delle totalità.
Senza dire, poi, che non si può nemmeno, come sopra abbiam fatto,
distingi:iere, per esempio, i tre mondi rispettivamente degli oggetti del
mondo esterno, della realtà dell'uomo e dei prodotti della cultura, senza
sollevare la questione dei loro legami, delle loro relazioni e distinzioni, e
pertanto dell'unità che li riguarda e li investe. I modi in cui la filosofia
teorizza l'unità possono, poi, essere molto diversi tra loro; l'unità può
essere intesa come oggetto, magari mettendo capo ad un suo principio,
inteso a sua volta come supremo oggetto e cioè come realtà trascendente;
oppure può essere intesa come funzione, come criterio di unificazione,
come attività strettamente legata agli oggetti o ai dati di cui promuove
l'unificazione.
Bisogna dire subito che l'attività unificatrice della filosofia è stata a volte
contestata; e specialmente nelle età piu recenti non è mancato chi ha
sostenuto che, in ambito conoscitivo, basta attenersi ai risultati della cono
scenza scientifica ed eventualmente alla loro somma, affermando che non
c'è bisogno di alcuna unificazione ulteriore o piu radicale. Ma è anche facile
avvertire come tale posizione, mentre contesta l'impegno unitario della
filosofia, in qualche modo finisca per confermarlo, in quanto anche la
negazione di una prospettiva unitaria è, in ultimo, una maniera, sia pur
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