Table Of ContentSoldati e veterani nella vita cittadina U
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dell’Italia imperiale
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Cecilia Ricci
Edizioni Quasar
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SOLDATI E VETERANI NELLA VITA CITTADINA
DELL’ITALIA IMPERIALE
URBANA SPECIES
Vita di città nell'Italia e nell'Impero romano
Collana a cura di
Maria Grazia Granino Cecere e Cecilia Ricci
In copertina: Rilievo tardoantico con scene di combattimento su dop-
pio registro, reimpiegato sulla parete di un edificio mo-
derno (Roma, via Salaria km 19.600)
e-ISBN 978-88-7140-640-4
© Roma 2010, Edizioni Quasar di Severino Tognon srl
via Ajaccio 43 - 00198 Roma, tel. 0685358444 fax 0685833591
e-mail: [email protected] – www.edizioniquasar.it
1
Soldati e veterani nella vita cittadina
dell’Italia imperiale
Cecilia Ricci
Edizioni Quasar
Questo volume è stato realizzato con il contributo
del Dipartimento di Studi Classici dell’Università di Siena
del Dipartimento di Scienze Umane, Storiche e Sociali
dell’Università degli Studi del Molise
S
OMMARIO
Premessa ....................................................... 9
Introduzione.................................................... 15
- La ‘griglia’ gerarchica ...................................... 15
- Il soldato civis e i mestieri del soldato ....................... 19
- I mestieri del veterano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Cap. 1. Il ruolo dei soldati e dei veterani nelle città provinciali: uno
sguardo d’insieme ........................................ 29
Cap. 2. Soldati, veterani e città in Italia............................. 53
2.1. Prospetto .............................................. 53
2.2. Analisi delle testimonianze .............................. 60
a. Sassina <me> genuit, nunc Aquileia tenet. La distribuzione
geografica e cronologica: qualche rilievo .................. 61
b. Pro gradu cuiusque. Le categorie dei soldati ............. 66
c. Hic autem sine aere nihil fiet. La disponibilità economica
e il suo impiego: dediche sacre, evergesie, spese private..... 73
d. Ob spem processus eius... Il ruolo all‘interno delle curie e
nella gestione della res publica ........................... 92
Qualche considerazione conclusiva ............................... 99
Rassegna bibliografica ........................................... 105
Abbreviazioni bibliografiche...................................... 111
Elenco delle illustrazioni ......................................... 127
Indici........................................................... 129
La collana 'URBANA SPECIES. Vita di città nell'Italia e nell'Impe-
ro romano' intende restituire spessore e visibilità ai protagonisti del
mondo cittadino. Stimolo a riflettere sul tema è stato offerto dal di-
battito sull'esistenza o meno di una 'classe media' nel mondo roma-
no. Questo infatti ha richiamato l'attenzione sulle 'zone grigie' della
società imperiale che, per la varietà delle condizioni giuridiche, della
composizione etnica e per la mobilità dei loro componenti, sfuggono
alle definizioni e non riescono ad avere una rappresentazione storica
adeguata.
I componenti delle società urbane, sia che appartengano agli
strati alti, sia a quelli più modesti, si caratterizzano per il contesto di
svolgimento della propria attività e per il possesso di alcune prero-
gative, quali ad esempio la condizione di liberi e il godimento di un
patrimonio, sia esso cospicuo o meno. D'altro canto si differenziano a
seconda dei contesti urbani, della consistenza e dell'omogeneità del
tessuto cittadino e del suo corpo di magistrati. Degli attori della vita
nelle città non è sempre facile ritrovare le tracce; talvolta si possono
intravedere attraverso le forme di emulazione dei comportamenti
delle cosiddette 'élites dirigenti'.
L'immagine che tale mondo variegato suscita è quella di un ar-
cipelago di 'specie' che, se talvolta possono apparire assimilabili per
le funzioni e i ruoli rivestiti, viste da vicino si rivelano estremamente
difformi e composte da parti ben distinguibili.
P
REMESSA
Huic suo nomine laeto castrorum decus ac virtutum
nobile munus Roma potens tribuit
(CIL, XIV 4488, Ostia)
Nel rispondersi alla domanda “Esisteva una classe media in quei
tempi lontani?”1, Paul Veyne, in un suo recente intervento, ha cercato
di identificare le categorie sociali alle quali l’espressione ‘classe me-
dia’ poteva riferirsi, lasciando volutamente da parte la prospettiva più
propriamente epistemologica, sull’opportunità cioè dell’uso del ter-
mine ‘classe’ per descrivere i gruppi sociali dell’antichità2. Tale que-
stione è stata oggetto di un dibattito che ha radici ormai lontane ed è
certamente destinato a un seguito.
Una ventina di anni fa uno studioso americano, William V. Harris,
si è espresso a favore di una posizione flessibile nell’uso della catego-
ria ‘classe’, a patto di adottare le dovute cautele in relazione al conte-
sto cronologico e giuridico e allargando i parametri di riferimento da
tenere presenti per giudicare dell’appartenenza di un personaggio a
uno strato sociale piuttosto che a un altro. Il suo intervento, all’inter-
no di un convegno su ‘Forme di controllo e subordinazione nell’anti-
chità’3, cercava di ripercorrere a ritroso le posizioni assunte in merito
dagli studiosi del mondo antico, nel ventennio compreso tra la fine
degli anni ‘60 e la fine degli ‘80, sollecitato in tal senso dalla allora re-
cente pubblicazione del volume di Geza Alföldy sulla storia sociale del
mondo romano.
Il modello sociale proposto da Alföldy per l’epoca imperiale4 ave-
va infatti già conosciuto ampia diffusione e riscosso discreto consen-
so: esso restituiva il quadro (reso immediatamente visibile attraverso
1 VEYNE 2007.
2 Sulla quale ampia e prolungata la discussione. Ricordo solo, in forma di recensione a
un libro allora appena uscito, l’intervento di F. DE MARTINO, Il «ceto medio» in età repub-
blicana, in Iura 5, 1954, pp. 327-343 = ID., Diritto e società nell’antica Roma, a cura di A.
DELL’AGLI E T. SPAGNUOLO VIGORITA, Roma 1979, pp. 225-247.
3 HARRIS 1988.
4 ALFÖLDY 1987, part. pp. 201-214.
9 Cecilia Ricci