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FRIULANI
DI
ARCHEOLOGIA
ANNO VI - N. 1 - DICEMBRE 1996
QUADERNI FRIULANI DI ARCHEOLOGIA
Pubblicazione annuale della Società Friulana di Archeologia
Direttore responsabile: Maurizio Buora
Redattori: Massimo Lavarone
Andrea Pessina
Autorizzazione Tribunale di Udine: Lic. Trib. 30-90 del 09-11-90
Edizione: Società Friulana di Archeologia
c/o Civici Musei - Castello di Udine - 33100
Redazione: Torre di Porta Villalta
via Micesio 2 - 33100 Udine, tel. e fax 0432/26560
In copertina: Fibula tipo Keller 2 D dalla tomba 55 di Iutizzo (scavi 1996). Dis. G. D. De Tina.
Stampato con il contributo della Provincia di Udine e
della Regione Friuli-Venezia Giulia (L. 25/1965)
QUADERNI FRIULANI
DI
ARCHEOLOGIA
SOCIETÀ FRIULANA DI ARCHEOLOGIA
VI/1996
Società Friulana di ArcheologiaQuaderni Friulani di Archeologia
numero VI - 1996
Edizione: Editreg Srl, Trieste, via San Lazzaro 17
Stampa: Riva Artigrafiche Spa, via Malaspina 1
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione del testo e delle illustrazioni senza
il permesso scritto dell'editore.
ISSN 1122-7133
PRESENTAZIONE
Il sesto volume della nostra rivista è più usuali, presenti nei corredi funerari della nostra
compatto rispetto ai precedenti, ma solo perché nel regione. Il primo considera i cristalli di rocca,
frattempo si è ampliata la gamma delle pubblicazio- quali appaiono in due corredi aquileiesi (a cura di
ni della Società, tra cui è prevista a breve la pub- A. Giovannini) e il secondo esamina le armille in
blicazione degli atti del convegno internazionale giaietto e pasta vitrea nera (A.R. Termini). Un
sulla ceramica del periodo bassomedievale. Nella contributo solo apparentemente “lontano”, quello
suddivisione, già impostasi, si pone attenzione ai di G. Perani su una tomba di Vimagano, in realtà
giovani autori e a tematiche meno presenti nelle recupera da un corredo del Lodigiano prodotti lo-
pubblicazioni locali “classiche”. Tra i contributi cali che sono da considerare rielaborazioni di
compaiono due saggi che non si sono potuti pub- modelli ellenistici passati attraverso la mediazio-
blicare nel catalogo della mostra “I soldati di Ma- ne di officine aquileiesi.
gnenzio”. Il primo, a opera di S. Emanuele, pre- Anche la parte relativa al Medioevo svilup-
senta documentazione di tracce di cuoio nelle fib- pa filoni di indagine già presenti nei numeri pre-
bie di cingula e il secondo, di L. Usai, approfon- cedenti. La trecentesca “basilarda” studiata da F.
disce l’esame biometrico di resti umani segnalan- Bressan si accosta alle punte di freccia già edite e
do casi di calcificazione, come probabili esiti di l’articolo di E. Calligaro, che esprime l’interesse
traumi. L’interesse per l’analisi dei resti umani, - che la nostra Società ha verso l’area carnica, è la
che risulta ora, retrospettivamente, come una co- prima puntata di un corposo studio su base arche-
stante scientifica della nostra rivista, - continua ologica del territorio della pieve di Gorto, che si
con l’articolo di M. Romagnoli sui resti di un cre- estenderà all’esame analitico delle sue fasi, sulla
mato di una tomba rinvenuta a Udine nel Settecen- base della documentazione conservata.
to. Nello svuotamento dell’urna - già oggetto di Le brevi note, prima della consueta rasse-
una pubblicazione scientifica per quanto concer- gna della vita della società, comprendono una va-
ne la classe ceramica di appartenenza, - si è trova- lutazione complessiva (a opera di B. Callegher)
ta una conocchia, simbolica, in osso, il che ha delle monete rinvenute nell’area di Sevegliano,
permesso l’attribuzione del cremato al sesso con particolare attenzione agli esemplari del pe-
femminile. riodo tardo-antico, quindi una nota didattica sulle
Tra le aree di maggior interesse per la So- loriche romane (S. Maddaleni) e ancora due note
cietà spicca il Codroipese, ove si dovrebbe aprire critico-bibliografiche rispettivamente dedicate a
in tempi sperabilmente brevi un museo civico: a ta- marchi delle Lamboglia 2 - tema prediletto fin da-
le interesse risponde il saggio di G. Tasca su alcu- gli scavi di Sevegliano e poi di Lovaria - e a va-
ni frammenti ceramici dai castellieri della zona, rie pubblicazioni relative al VI secolo nell’area
che permettono nuove valutazioni sull’età del altoadriatica.
Bronzo nel medio Tagliamento. Brevissime sintesi su alcuni scavi effettuati
Per l’età romana pubblichiamo due corposi dalla Società e dai suoi soci concludono il fascico-
saggi dedicati a materiali non molto lo.
LA REDAZIONE
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C O N T R I B U T I
Metodologie e Scienze Sussidiarie
Quaderni Friulani di Archeologia VI/1996
SU ALCUNE TRACCE DI CUOIO PERTINENTI AD UNA FIBBIA PER
CINGULUM RINVENUTANELLANECROPOLI DI IUTIZZO DI CODROIPO
Sara EMANUELE
Tra i corredi delle sepolture scavate nel- a malapena dalla superficie ossidata del metallo
la necropoli di Iutizzo sono state rinvenute al- per una leggera variazione di colore e consi-
cune fibbie in ferro per cingula caratterizzate stenza presentandosi sotto forma di masserelle
da superfici molto corrose, ma che recano isolate più o meno porose, rilevate rispetto
ancora sporadiche tracce di sostanza organica alla superficie di lettura dell’oggetto e di
mineralizzata (tombe 50 e 55)1 (Foto 1). colore variabile dal rossiccio al brunastro3; me-
Presenti soprattutto sulla fibbia circo- no frequentemente conservano un aspetto più
lare proveniente dalla tomba 50 (inv. n. compatto ed omogeneo assimilabile, anche
225.204)2, e individuate in fase di restauro, per struttura, a quello di un feltro (Foto 2).
sono state interpretate sulla base di un’attenta Alla fibbia proveniente dalla tomba
osservazione a modesto ingrandimento, vista 50, che presenta una mancanza in corri-
anche la chiara destinazione d’uso degli og- spondenza del punto in cui originariamente
getti in esame, come tracce di cuoio. doveva imperniarsi l’ardiglione, apparten-
Del tutto assimilabili ai prodotti di cor- gono numerose scaglie di metallo ossidato,
rosione del ferro, di cui comunque risultano distaccatesi dalla superficie, non più ripo-
impregnate, le tracce di cuoio si differenziano sizionabili con sicurez-
Foto 1 - Iutizzo. Fibbia per cingulum prima del restauro. I punti in cui sono visibili le tracce di cuoio sono segnalati
dalle frecce (foto S. Emanuele).
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S. EMANUELE - Su alcune tracce...
za, e su cui si conservano la maggior parte sostanze sviluppatesi per decomposizione
delle tracce di cuoio sopra descritte (Foto 1 del cadavere. Vi sono inoltre molteplici
e 2). fattori che condizionano notevolmente i
L’assemblaggio di alcuni di questi processi di degrado; in particolare
frammenti ha comunque consentito la ripo- l’eventuale ossigenazione del terreno può
sizione dell’ardiglione che presenta, sul lato offrire una possibilità di sviluppo, almeno
forse venutosi a trovare a più diretto contat- inizialmente, ad una fauna specifica (in-
to con la cinghia, alcune tracce di cuoio; al- setti, larve) che trova nei materiali organi-
tre minime si trovano direttamente sulla ci di origine animale una sicura ed appe-
fibbia, in corrispondenza della superficie tita fonte di nutrimento. Con queste pre-
non interessata dalle concrezioni calcaree messe si spiega facilmente come il cuoio
(Foto 1 e 3). sia deperibile.
Per quanto concerne gli aspetti più Sfortunatamente in questi casi i trattamenti di
strettamente conservativi, è un caso abba- concia, ricevuti dalla pelle debitamente prepa-
stanza eccezionale rinvenire alle nostre la-
rata proprio al fine di renderla imputrescibile e
titudini manufatti in cuoio, o parti e tracce
in passato eseguiti essenzialmente con sostanze
di essi, soprattutto se in buono stato di con-
di natura vegetale (soprattutto tannini), non so-
servazione. Gli ambienti postdeposizionali
no sufficienti ad impedirne la distruzione, ma
sono infatti caratterizzati generalmente da
notevoli variazioni climatiche e termiche solo a rallentarne in minima parte ed in una
fra stagione estiva ed invernale e da terreni prima fase una progressiva ed inarrestabile di-
umidi, spesso acidi, in cui si verifica una struzione.
rapida distruzione dei materiali di natura
La conservazione del cuoio sembra in-
organica, promossa anche dall’azione batte-
vece essere favorita da particolari condizioni
rica, non ultima, nel caso di sepolture, quel-
climatiche ed ambientali quali zone aride con
la dovuta al contatto con le
suoli asciutti e sabbiosi, ambienti lacustri (noti
sono i rinvenimenti di manufatti in cuoio ecce-
zionalmente ben conservati sia in siti desertici.
sia in alcune torbiere del nord Europa) e, sep-
pur con modalità differenti, nelle miniere di
salgemma di Hallstatt in Austria.
Tuttavia, se si eccettuano questi casi
particolarmente fortunati, vi è un’altra even-
tualità grazie alla quale il cuoio è suscettibile
di una qualche forma di conservazione.
Come per altri materiali organici (le-
gno e tessili) che vengono a trovarsi a di-
retto contatto con un metallo - per i quali
avviene una replica precisa delle struttu-
re, e quindi dell’aspetto esteriore, grazie
alla sostituzione pseudomorfica degli os-
sidi metallici che ne impregnano lenta-
Foto 2 - Iutizzo. Fr. di fibbia per cingulum prima del re-
mente le fibre - anche per il cuoio può ve-
stauro. È evidente la presenza di sostanza organica minera-
rificarsi un processo simile di mineraliz-
lizzata (cuoio) di colore rosso-brunastro (x 3 ingr.) (foto
zazione (con delle limitazioni dovu-
S. Emanuele).
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Quaderni Friulani di Archeologia VI/1996
te alla sua peculiare natura e struttura), tale Tanto più labili e difficilmente riconoscibi-
comunque da consentirne una parziale con- li saranno queste tracce presenti sugli og-
servazione.
getti provenienti da scavo, tanto più cauta,
Non va inoltre trascurata l’azione che
attenta e discriminante dovrà essere la puli-
i sali metallici, ed in particolar modo quelli
tura per evitare di rimuovere con i prodotti
cuprici, possono esplicare nell’ostacolare i
di corrosione anche importanti testimonian-
fenomeni di decomposizione, risultando
ze e dati afferenti all’oggetto e/o al suo uti-
tossici per molti microrganismi.
lizzo, o comunque contestuali all'ambiente
Ritornando alle tracce di cuoio rinve-
di sepoltura, che potrebbero contribuire nei
nute a Iutizzo, trattasi dunque essenzialmen-
casi più fortunati alla corretta lettura del
te di prodotti di corrosione del ferro che del
manufatto.
cuoio suggeriscono l’originaria presenza
ma che oramai, dal punto di vista della
composizione e natura specifica, non hanno
più nulla in comune con esso4.
NOTE
1I soldati di Magnenzio, a cura di M. Buora, catalogo
della mostra, 1996. Editreg. Trieste, pp. 29-30.
2I soldati... cit., p. 84, n. 88.
3A seguito dell’intervento di restauro, il colore delle
tracce di cuoio si è del tutto uniformato a quello della
superficie del manufatto in quanto, non potendo ef-
fettuare dei lavaggi desalinizzanti in presenza di mate-
riali organici mineralizzati. si è preferito trattare tutta
la superficie con un convertitore per garantirne una
più efficace conservazione.
4Sarebbe interessante accertare se la conservazione
abbastanza eccezionale delle due cinghie allacciate,
probabili elementi di calzare, rinvenuti nella tomba 54
a Iutizzo, sia da attribuire al contatto con un oggetto in
ferro, come è parso ipotizzabile in fase di pulitura per
la presenza di ossidi di ferro.
EMANUELE Sara
Via Giulia 19/A - 33097 Istrago di Spilimbergo
(UD).
Foto 3 - Iutizzo. Fibbia per cingulum prima del restauro.
Sono visibili le concrezioni carbonitiche presenti su un
lato dell’oggetto (foto S. Emanuele).
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