Table Of ContentIndice
Nota introduttiva
Capitolo 1: Una citt fortezza sullAdriatico
La citt dellArsenale
La citt delle diseguaglianze
La citt fortezza
Sfollamento ed esodo nella Grande guerra
Obiettivo militare e politico
Capitolo 2: Caposaldo ditalianit
Reciproche diffidenze
Normalizzazione italiana
Emigrazioni e immigrazioni
Le contraddizioni di una citt moderna
Capitolo 3: Tempi di guerra
La guerra nei Balcani e i rapporti tra comunisti italiani e croati
La crisi del regime e il collasso delle forze armate
Sul confine meridionale del Terzo Reich
Capitolo 4: Il vortice della violenza
Tra Berlino e Sal
Una difficile Resistenza
Il primo esodo sotto le bombe
Capitolo 5: La Berlino adriatica
Frenetiche trattative per salvare il porto di Pola
Capitolazione
La resa dei conti
Spartizione alla berlinese
Capitolo 6: Limpossibile normalit
Il difficile governo cittadino del Comitato di liberazione nazionale di
Pola
Una grande illusione: la visita della Commissione alleata
Inquiete attese dalla Conferenza di pace
Assenze e silenzi del Comitato giuliano sulle sorti di Pola
Capitolo 7: Cronache dallassedio
Nazionalismi e settarismo politico
Larma della fame
Accanimenti anticattolici
Condizioni economiche disastrose
Sport sotto due bandiere
Capitolo 8: Esodo: un problema politico e umanitario
Il problema dei profughi e dei rimpatriati durante la guerra
Le proposte per unazione politica nella relazione confidenziale
Bassani-Bertossi
Animare litalianit: onesti e disonesti
Lombra del nemico
Assistenza e patriottismo
Capitolo 9: Assistenza di Stato
LUfficio per la Venezia Giulia
I prefetti Micali e Meneghini: i due artefici dimenticati dellesodo
LUfficio staccato di Venezia: la prima linea dellassistenza
Il comitato assistenza per lesodo
Il comitato assistenza profughi di Pola e della Zona B
Capitolo 10: Rifugiati, esuli, profughi
Rifugiati e profughi
La proposta De Berti per lemigrazione assistita
Esuli in patria
La psicosi delloccupazione jugoslava
Un piano assistenziale speciale per Pola
Tensioni: gli incidenti al Molino grande Sansa
Il tempo dellesodo
Capitolo 11: Una strage e un omicidio
Bombe e attentati: una strategia della tensione
La spiaggia insanguinata di Vergarolla
Alta tensione
Uno, due... quanti colpi di pistola?
Capitolo 12: Un piano per lesodo
Chi si doveva occupare dellesodo?
Il piano Meneghini
Fare come dopo Caporetto
In missione a Pola
Il ruolo della Marina militare
Capitolo 13: La fine di tutto
Le continue resistenze degli Alleati
Lesodo in celluloide
Le operazioni della Marina militare
I convogli dei profughi
Quanti partirono da Pola?
Assistenza sanitaria
La voce della Chiesa
Lesodo dei bambini e degli infermi
Un bilancio affrettato e il caso dei profughi sloveni
La scelta degli italiani di Pola: salvare la propria identit
Capitolo 14: In attesa del giorno R
Pane e speranze
Chi dovr consegnare Pola alla Jugoslavia?
Passaggio di consegne
Ancora esodi e rientri
Lultima crisi di Pola
Capitolo 15: Italia, madre e matrigna
La funzione politica dellassistenza ai profughi
Il progetto per un nuovo cantiere navale Scoglio Olivi
La politica dei sussidi
Infiltrazioni e tensioni nel basso Isonzo
Il caso del Lammie Transit Camp di Napoli
I pregiudizi dellAssistenza postbellica
Fiume dimenticata
I naufraghi della Dalmazia
Dove e come sistemare i profughi: la difficile soluzione
dellemigrazione estera
In condizioni molto difficili
Il mancato censimento dei profughi
Capitolo 16: Le masserizie di unesistenza
Non ci sono magazzini per i profughi
Speculazioni sulla pelle dellesodo
A chi affidare il trasporto delle masserizie?
Acomin: limpresa degli esodi
Masserizie a Trieste: i magazzini 69, 70 e 71
Ancora un esodo: le masserizie inviate a Venezia
I trasporti delle masserizie
Svuotare Pola
Se ne andarono pure i morti
Capitolo 17: Senza un presente
Le Assicurazioni Generali e lesodo
Il caso degli sciacalli del mare
Dinnanzi alla Patria e dinnanzi alla Storia
Destinazioni
Diffidenze e ostilit
La Venezia Giulia non meritava un simile trattamento
Un piano di esodo parzialmente fallito
Capitolo 18: Dare un futuro
Sussidi e razioni alimentari
Lassistenza silenziosa della Croce rossa italiana
Il modello Palutan
Non cera spazio per tutti
Dare un tetto
La citt per i profughi Istria Nuova e il ruolo di Sante Bonario della
Scalera Film
Garantire un posto di lavoro: ma solo ai dipendenti pubblici
Linquietante furto nella sede del Comitato assistenza di Pola
Labili progetti per lemigrazione
Appendice Tabelle riassuntive
Abbreviazioni e sigle
Crediti fotografici
Indice dei nomi
Collana «Faretra»
Riflessioni su temi fondamentali
Roberto Spazzali
POLA CITTÀ PERDUTA
L’agonia, l’esodo (1943-47)
Copyright © 2022 by Edizioni Ares
Via Santa Croce, 20/2 - 20122 Milano
ISBN 978-88-9298-189-9
Il catalogo completo delle Edizioni Ares
è consultabile nel sito www.edizioniares.it
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Il volume è stato realizzato in collaborazione con
I.R.C.I. Istituto Regionale per la Cultura
Istriano-fiumano-dalmata
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In copertina:
Esuli di Pola all’imbarco sulla motonave Toscana.
Presentazione
Un nome su tutti, Giuseppe Meneghini, può essere considerato il
simbolo di questa storia che Roberto Spazzali, ricercatore per l’Irci
sin dai primi anni Novanta del secolo scorso, costruisce
mirabilmente e appassionatamente, con la consueta certosina
opera del vero indagatore delle «carte», del concreto studioso di
archivi. È l’esodo da Po-la, visto dal suo interno. La storia di come
venne organizzato e portato a termini in tempi strettissimi, da un
manipolo di persone, con sforzi che raramente si possono
pretendere dall’umano.
Pochissime persone e sulle quali emerge ora, con tutta la sua
forza, quel nome dimenticato che le coordinò, il vi ceprefetto
Giuseppe Meneghini, funzionario del ministero dell’Interno, inviato
nell’estate del 1946 a Venezia con l’incarico di «pianificare e portare
a termine l’esodo della popolazione di Pola, quando risultò chiaro
che nulla l’avrebbe più trattenuta e che ogni strada per convincerla
diversamente era nettamente preclusa dalla volontà di rinunciare a
ogni bene materiale e all’agio della vita comoda, di non vedere più
la terra natale, pur di mantenere la propria identità italiana», come
ben annota Spazzali.
Meneghini e con lui, il prefetto Mario Micali, che lo appoggiò
incondizionatamente, sarebbero stati vittime, anche loro, in qualche
modo, di una storia di cui, infine e per molti anni, era meglio non
parlare.
È in quest’ottica di recupero, spesso di riscoperta,
conservazione, analisi ed elaborazione dei dati che il nostro Irci,
Istituto regionale per la cultura istriano-fiumanodalmata di Trieste, si
muove agendo sulla cultura, intesa nel senso più completo del
termine, e su ogni suo tratto che riguardi la Venezia Giulia, l’area
fiumana e la Dalmazia.
E se il fine fondamentale è quello di far sì che un patrimonio di
scienza e conoscenza plurisecolare non vada perduto a causa della
dissoluzione della società di queste nostre terre e dell’esodo
massiccio della sua gente dopo la fine della Seconda guerra
mondiale, resta come impegno fondamentale la necessità di agire
secondo il principio e la volontà di ristabilire la verità storica dei fatti.
È questo un assunto che non deve parere né ridondante né
superfluo, poiché troppo spesso le vicende giulianodalmate più
dolorose, dalle foibe all’esodo, alla dura vita nei campi profughi, alle
scelte di coscienza delle nostre genti non sempre comprese allora e
ancora oggi non del tutto capite, sono state manipolate, a volte
anche magistralmente, a favore di altri principi che rispondevano a
esigente più ideologiche che ideali.
Roberto Spazzali ha, nel tempo, proprio grazie al suo
«scandagliare» d’archivio, fatto parlare «le carte», scrivendo pagine
e fissando punti nella ricostruzione della parte più dura della nostra
storia da cui nessuno, dei tanti che hanno scritto dopo, ha potuto
mai prescindere.
Non può, quindi, che andare a lui il nostro sentito ringraziamento
per questa nuova e fondamentale opera sull’esodo da Pola e, non
ultimo, un grazie deve andare anche alle edizioni Ares che
fattivamente si sono impegnate nella produzione di questo suo
lavoro.
Franco Degrassi
Presidente dell’Irci