Table Of ContentGiovanni Bonicelli
Pantalon spezier
con le metamorfosi d’Arlechino per amore
Scenica rappresentanza
a cura di Maria Ghelfi
con un’introduzione di Piermario Vescovo
Biblioteca Pregoldoniana
lineadacqua edizioni
2018
Giovanni Bonicelli
Pantalon spezier
Giovanni Bonicelli
Pantalon spezier con le metamorfosi d’Arlechino per amore, scenica rappresentanza
a cura di Maria Ghelfi con un’introduzione di Piermario Vescovo
© 2018 Maria Ghelfi
© 2018 Piermario Vescovo
© 2018 lineadacqua edizioni
Biblioteca Pregoldoniana, nº 22
Collana diretta da Javier Gutiérrez Carou
Supervisore per i dialetti: Piermario Vescovo
www.usc.es/goldoni
Venezia - Santiago de Compostela
lineadacqua edizioni
san marco 3717/d
30124 Venezia
tel. +39 041 5224030
www.lineadacqua.com
[email protected]
ISBN: 978-88-95598-99-4
La presente edizione è risultato dalle attività svolte nell’ambito dei progetti di ricerca Archi-
vio del teatro pregoldoniano (FFI2011-23663) e Archivio del teatro pregoldoniano II: banca
dati e biblioteca pregoldoniana (FFI2014-53872-P) finanziati dal Ministerio de Ciencia e In-
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Giovanni Bonicelli
Pantalon spezier
con le metamorfosi d’Arlecchino per amore
Scenica rappresentanza
Indice
Introduzione (di Piermario Vescovo) 9
Nota al testo 19
Edizioni utilizzate 19
Criteri di trascrizione 22
Pantalon spezier 25
Interlocutori 26
Atto primo 27
Atto secondo 49
Atto terzo 71
Commento 95
Bibliografia 137
Introduzione
Di Giovanni Bonicelli —«figlio di Bartolomeo, autore di alcuni drammi stampati a Vene-
zia»— sappiamo pochissimo; poco più di Emanuele Cicogna che ci ha tramandato nella
prima metà del XIX secolo il nome di suo padre e di sua madre (Maddalena Landi Bonicelli)
trascrivendoli da un’iscrizione tombale sul pavimento della chiesa di S. Apollinare (vulgo
Sant’Aponal), in cui Giovanni, nel 1726, viene dichiarato come colui che la fece incidere
(forse un lascito testamentario che, includendolo, lo dichiara a sua volta defunto: a quella
data egli doveva avere circa sessantacinque anni).1 L’erudito riportava appena un paio di titoli
dei suoi drammi, dichiarando il primo «opera ridicola e strana»: Lucrezia romana violata da Sesto
Tarquinio, con la saggia pazzia di Bruto, liberator della patria (Leonardo Pittoni 1692: del dedicata-
rio, don Pietro Francesco Landi, il ‘dottor’ Giovanni era il pronipote, come sempre Cicogna
annota), il qui presente Pantalon spezier e Vita, amori e morte di Sansone, per lo stesso editore e
senza anno. Altri titoli possiamo aggiungerli noi, soprattutto riconducendo a lui l’anagramma
(imperfetto) di Bonvicino Gioanelli che si trova in altri frontespizi: Il Pantalone bullo, overo la
pusillanimità coverta (Pittoni 1688, Lovisa 1710); Il Dottor Bacchetton (Pittoni 1688, Lovisa 1710);
La Prodigalità d’Arlichino, mercante opulentissimo perseguitato dal Basilisco del Bernagasso d’Etiopia (Lo-
visa 1693 e 1703); L’Amalato Imaginario sotto la cura del Dottor Purgon (Lovisa 1701); Arlechino
finto Bassà d’Algieri. Vittoria Il Cane dell’Ortolano e Fichetto bullo per amore (Lovisa 1703).
«Ad usum [...] Ioannis Bonicelli Anno 1689», recita, inoltre, una nota di possesso su
un libretto oggi custodito presso la Biblioteca Nazionale Marciana (Misc. 2236.7): Lettera overo
discorso dell’eccellentiss. Signor Cornelio Frangipane di Castello, che sia meglio governar li popoli con timore
che con amore. Con due altri discorsi contra l’opinione del sig. Cornelio, l’uno dell’eccell. sig. Teodoro Ange-
lucci, l’altro delll’ eccell. sig. Gasparo Carga, risalente alla fine del secolo precedente e un’altra delle
poche tracce della sua esistenza.
Sant’Aponal era dunque la parrocchia dei genitori, probabilmente quella di nascita di
Giovanni, tra Rialto e San Polo, dove, peraltro, sorgeva una sala teatrale, prima dedicata alla
commedia e che ebbe poi vita effimera tra il 1651 e il 1661 come teatro per musica. Si può
immaginare —senza troppa fantasia— un luogo in cui alle maschere della commedia istrio-
nica succedono i personaggi del melodramma (citiamo, uno per tutti, tra i titoli qui applauditi
La pazzia in trono, overo Caligola delirante di Francesco Cavalli, del 1660), per fornire un congruo
parallelo alla sua formazione ‘naturale’. Si tratta, infatti, del periodo in cui si può collocare la
1 EMANUELE ANTONIO CICOGNA, Delle iscrizioni veneziane, III, Venezia, Giuseppe Picotti, 1830, p. 250.
Bonicelli - Pantalon spezier
nascita del nostro, che sappiamo studente di legge a Padova (domiciliato a Ponte Molino)
alla fine degli anni ottanta (quando si dottora pure, ma in teologia, Tomaso Mondini, autore
a lui quasi gemello, che era un sacerdote).2 Il dedicatario di una di queste commedie —Giu-
seppe Pocobello— viene dall’editore dichiarato sorpassare appena il terzo lustro, nell’atto di
ricevere la «presente composizione dell’Eccell. Sig. Dottor Giovanni Bonicelli suo coetaneo».
Si tratta de La prodigalità di Arlechino, che data al 1693, e Giovanni sarà dunque nato al princi-
pio degli anni sessanta.
Bonicelli —che sul frontespizio de L’amalato imaginario si dichiara «dottor in ambo le
leggi»— esercitò l’avvocatura e si dilettò a tempo più o meno perso nella scrittura dramma-
tica, presumibilmente con qualche rapporto con la scena, pur partendo da un’offerta libraria
destinata ai dilettanti, come si legge nella réclame di questi libretti. «Chi desidera opere e
comedie da recitarsi in prosa d’ogni sorte da farsi il Carnevale o in altri tempi a suo piacere,
come anco pronostici d’ogni sorte per l’anno corrente, si vende da Leonardo Pittoni Libraro
a S. Marco»: tra i lunari e i libretti d’orazioni, tra i trattatelli e i ricettari, Bonicelli —parallela-
mente al già citato Mondini (sui frontespizi Simon Tomadoni)— iniziò presumibilmente a
fornire ai librai veneziani specializzati, prima appunto Leonardo Pittoni e poi Domenico Lo-
visa, commedie ridicolose per le recite dei dilettanti. L’interrogativo principale riguarda, ovvia-
mente, il rapporto che questa letteratura intrattenne col teatro dei comici professionisti,
dall’avere al dare. Pantalone mercante fallito, Pantalone bullo, Pantalon spezier ci sono testimoniate
da notizie e repertori quali fortunatissime e inossidabili commedie dell’arte per l’intero corso
della prima metà del Settecento, titoli cioè presenti nei repertori diffusi delle compagnie co-
miche, in Italia e fuori Italia, e con i quali —a tacere di altri— fa i propri conti, e non solo in
età giovanile, Carlo Goldoni. Non ci sono, al contempo, note attestazioni che riconducano
questi titoli a date e occasioni precedenti alle prime edizioni di Bonicelli e Mondini, ed è lecito
dunque pensare che si tratti di opere da loro ‘inventate’ e che poi i comici abbiano ripreso e
diffuso, facendole diventare di tradizione o pseudoanonime, tornando al ‘canovaccio’ o al
‘soggetto’ rispetto alla forma distesa o ‘letteraria’ di partenza.3 In particolare quella che ho
insistito a chiamare ‘commedia cittadina veneziana’ compie un tragitto differente, e per certi
2 TOMASO MONDINI, El Gofredo del Tasso cantà alla barcariola. Versione in veneziano de La Gerusalemme liberata.
Anastatica dell’edizione 1693, a cura di Piermario Vescovo, Venezia, Marsilio, 2002, p. XIX.
3 Uno scenario dei tempi di Goldoni —legato alle recite dei Widmann presso la villa di Bagnoli nel padovano—
del Pantalone bullo offre una testimonianza diretta al proposito, qui nella forma dell’imitazione da parte di nobili
dilettanti delle prestazioni professionali, dunque con una trafila ulteriore: dalla ridicolosa alla scena professionale
all’improvvisazione dei dilettanti: si veda MARIA GIOVANN MIGGIANI - PIERMARIO VESCOVO, Uno scenario
inedito di Pantalone bullo e Goldoni a Bagnoli, «Problemi di critica goldoniana», I, 1993, pp. 9-51.
10 Biblioteca Pregoldoniana, 22