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nuova
oggettività
Antonello Negri
SOMMARIO
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Una tendenza e due anime,
classicisti e veristi
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Germania e Italia
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Tra Dada e antiformalismo
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Protagonisti e comprimari
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Generi, temi e soggetti ricorrenti
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Cronologia
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Bibliografia
In copertina: Nella pagina a fianco: Qui sopra:
Otto Dix, George Grosz, Alexander Kanoldt,
Ritratto dell’avvocato Ritratto del dottor Natura morta IV
Hugo Simons Felix J. Weil (1925);
(1925); (1926); Mannheim,
Montreal, Los Angeles, Kunsthalle.
Montreal Museum LACMA - Los Angeles
of Fine Arts. County Museum of Art.
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Una tendenza
e dUe anime,
classicisti e veristi
Con l’icastica efficacia
dell’espressione
grafica, due disegni
riescono a sintetizzare
bene la Nuova
oggettività (Neue
Sachlichkeit).
Manifesto Uno è di Thomas Theodor Heine, geniale Copertina del libro
della mostra e cinico disegnatore della rivista satirica di El Lisickij
Die Neue Sachlichkeit, monacense “Simplicissimus”, che quando e Hans Arp
Stadtkunsthalle, la tendenza è emersa sulla scena artistica Die Kunstismen/
Mannheim, tedesca ha immaginato, facendone proprio Les ismes de l’art/
14 giugno-18 settembre lo stile, un architetto in preda al demone The isms of art
1925. della Sachlichkeit portare alle estreme con- (1925).
seguenze tutto quanto il modernismo ave-
va insegnato sull’inutilità dell’ornamento.
Nel suo nuovo concetto di architettura e di
mondo, ogni cosa doveva essere rettilinea,
funzionale, razionale, senza alcun inutile
orpello: così, non contento di aver eliminato
dalle forme di casa sua ogni elemento di
vana decorazione, di deviazione dal geo-
metrico puro, eccolo in azione su familiari
e domestici, replicando la furia del terribile
“sartore” dello Struwwelpeter, il nostro Pie-
rino Porcospino, nel tagliare con il piace-
re dell’implacabile purificatore visionario
la parte più barocca, talvolta addirittura e
inutilmente rococò, del nostro corpo, con
tutti i suoi anfratti, rotondità e ridicole cir-
convoluzioni. «Nella lotta coerente contro
l’ornamento, un architetto moderno ha ta-
gliato le orecchie a se stesso e a tutta la sua
famiglia», recita il sottotitolo del disegno.
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Thomas Theodor Heine, Intorno al corpo ruota anche il secondo
Sachlichkeit. Nella lotta coerente contro disegno, che mette a fuoco aspetti altret-
l’ornamento, un architetto moderno tanto centrali della tendenza. È intitolato
ha tagliato le orecchie a se stesso L’invenzione della Nuova oggettività, ovvero
e a tutta la sua famiglia (1925 circa). carne e ferro e ne è autore Franz Danksin,
che con uno stile, all’opposto, analiticamen-
te ridondante e grottescamente realistico,
monta un bizzarro teatrino dove le pulsioni
profonde della carne, rappresentate da un
intrico di scene erotiche sado-maso, si tro-
vano a fare i conti con inedite meccanizza-
zioni umane, entro un nuovo universo dove
le macchine – il “ferro” – trasmettono a tutti
e a tutto i loro caratteri, anche formali, le
loro durezze e il loro ritmo.
Questi due disegni gettano una prima
luce su senso e intenzioni della Nuova og-
gettività come fenomeno di stile – e non sol-
tanto – che ha segnato almeno un decennio
della vicenda artistica del XX secolo: con
una forte caratterizzazione tedesca, tanto
che l’espressione corrente per definirlo è
Neue Sachlichkeit, ma con analoghe ma-
nifestazioni in tutta Europa e oltre.
Dopo tali prime suggestioni di acute in-
venzioni grafiche, tanto più significative in
quanto coeve all’affermarsi della tendenza,
Franz Danksin, L’invenzione è opportuno ritornare alla vera storia della
della Nuova oggettività ovvero Nuova oggettività, cominciando con il ve-
carne e ferro (1926 circa). dere che cosa succedeva nella Germania
della metà degli anni Venti.
L’espressione “nuova oggettività” viene
generalmente collegata a uno stile pittorico
un po’ accademico dalla forte componente
imitativa, talvolta quasi fotografica.
Nel periodo della sua affermazione, era
stato pubblicato il volume Die Kunstismen,
gli “ismi” dell’arte. In quella che può con-
siderarsi un’opera d’arte in sé, autentico
capolavoro della modernità in tipografia,
gli autori El Lisickij e Hans Arp – figure di
primo piano delle avanguardie storiche –
passano in rassegna le diverse articolazioni
della ricerca artistica tra 1914 e 1924: film,
costruttivismo, verismo, Proun, compressio-
nismo, Merz, neoplasticismo, purismo, da-
daismo, simultaneismo, suprematismo, Me-
tafisica, astrattismo, cubismo, futurismo,
espressionismo. Si può osservare come tale
elenco sia per certi aspetti eterogeneo, pur
cogliendo alla perfezione i principali ele-
menti che allora concorrevano a deline-
are un quadro estremamente complesso,
vivace e pieno di contrasti: nel senso che
il termine film non riguarda uno stile ma
una tecnica, pur impiegata da diversi artisti
d’avanguardia; che il termine futurismo fu
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Mario Sironi, In basso,
Paesaggio urbano Alexander Kanoldt,
con fabbrica Olevano
e cavalcavia (1924);
(1921 circa). Winterthur,
Kunstmuseum.
Della cittadina laziale
di Olevano, di antica
fondazione romana
e arroccata sul Monte
Celeste, Kanoldt
ha eseguito diverse
versioni: in tutte,
le semplificazioni
di derivazione
cézanniana sono
filtrate dal suo tipico
purismo classicista.
programmaticamente scelto da un gruppo
di artisti per indicare una ricerca volta ad
applicare principi teorici predeterminati;
che i termini espressionismo e cubismo,
invece, vennero introdotti a posteriori dalla
critica a proposito del lavoro, da tempo in
corso, di certi pittori tedeschi e francesi,
che non costituivano gruppi quanto piut-
tosto tendenze di stile; che il termine Merz
• riferibile allÕopera di un unico artista,
Kurt Schwitters... Ancora diversa • lÕorigine
dellÕespressione Ònuova oggettivitˆÓ che tra
i Kunstismen manca, anche se ne possono
essere considerati essenziali elementi costi-
tutivi, almeno, Metafisica e verismo. ÒNuova
oggettivitˆÓ manca semplicemente perch•
quando Kunstismen venne elaborato era
una tendenza ancora in fieri, pur avendo
giˆ occupato la scena artistica degli anni
Venti con tanti artisti che da tempo lavora-
vano in sintonia con quanto essa avrebbe
rappresentato. Rispetto ad altri ÒismiÓ, la
particolaritˆ della Nuova oggettivitˆ • di
avere una data di nascita precisa, con gior-
no, mese e anno: quelli dellÕinaugurazione
della mostra cos“ intitolata Ð in originale
Die Neue Sachlichkeit. Deutsche Malerei
seit dem Expressionismus Ð che ebbe luogo
nella Kunsthalle di Mannheim il 14 giugno
1925, lo stesso anno dei Kunstismen, susci-
tando grande interesse anche nelle tappe
successive del suo tour tedesco (Dresda,
Chemnitz, Erfurt, Dessau, Halle e Jena),
poichŽ offriva una nuova prospettiva della
pittura contemporanea.
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George Grosz, Il sottotitolo – Pittura tedesca dopo l’e- na, mediterranea con quegli elementi
Sguardo spressionismo – aiuta a delimitare i con- costruttivi, funzionali e monumentali,
sulla metropoli fini della tendenza, specificatamente te- che negli stessi anni erano diventati in
(1916-1917); desca e da considerarsi cronologicamente Mario Sironi motivo iconografico ricor-
Madrid, successiva, ma non necessariamente in rente, dai viadotti e cavalcavia di talune
Museo contrasto, rispetto all’espressionismo. Il periferie urbane agli acquedotti di più
Thyssen-Bornemisza. manifesto della mostra ci offre qualche “mitici” successivi paesaggi. Ma l’impa-
altra utile chiave di lettura, con una cu- ginazione radicale del manifesto, con le
riosa ma significativa contraddittorietà. forme elementari dei rettangoli con titolo
A dominare il campo vi è un elemento e sottotitolo che si sovrappongono alla
architettonico: una doppia arcata niti- doppia arcata e la scritta «Stadtkunsthal-
damente delineata che subito ricorda le Mannheim» obliquamente orientata,
la pittura metafisica di de Chirico – le non è lontana per stile dalla copertina
arcate delle sue piazze – e più in gene- di Kunstismen, applicando modelli di
rale la civiltà artistica classica, roma- grafica maturati nel clima del Bauhaus,
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Alexander Kanoldt, del costruttivismo e del neoplasticimo, Già da alcuni anni si era andata de-
Nudo a mezza figura II di certo lontani dalla Metafisica dechi- lineando, in tutta Europa, una sorta di
(1926); richiana e da suggestioni italianizzanti. “nuovo naturalismo” al quale nel 1922
Monaco, Già il manifesto, dunque, ci dice di al- la rivista d’arte tedesca “Das Kunstblatt”
Pinakothek meno due anime della Nuova oggettivi- dedica un’inchiesta; interviene anche
der Moderne. tà: da una parte la classicista, attenta al Hartlaub, individuando i caratteri della
passato e alla tradizione, dall’altra quella tendenza emergente in Metafisica e veri-
Anche radicata nella modernità e impregnata smo, per usare i termini dei Kunstismen
nella ritrattistica dello “spirito del tempo”. Sono le due po- di El Lisickij e Arp. Più precisamente,
e nella figura larità intorno alle quali il direttore della il direttore della Kunsthalle ricorre ai
prevalgono, in Kanoldt, Kunsthalle, Gustav Hartlaub, costruisce termini derivati dal linguaggio politi-
chiarezza e senso la mostra di Mannheim, spiegandone co di ala destra e ala sinistra: la prima,
dell’ordine, derivati le ragioni nell’introduzione al catalogo «conservatrice fino al classicismo, affon-
da un sistematico delle opere esposte. da le radici in una dimensione fuori dal
esercizio
su composizione
e scomposizione
di solidi geometrici.
La rappresentazione
“oggettiva” dei volumi
rivela affinità
con astrazioni
musicali e rimanda
alle sue esperienze
monacensi degli anni
Dieci, nella cerchia
della Nuova
associazione artistica
di Kandinskij.
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George Grosz,
John l’assassino
delle donne
(1918);
Amburgo,
Kunsthalle.
Il soggetto
del “Lustmord” –
l’omicidio a sfondo
sessuale – ricorre
nella pittura tedesca
di quegli anni.
Qui, accanto
alla prostituta
con la gola tagliata,
l’assassino lascia
sul luogo del misfatto
un mazzo di fiori,
strumento di seduzione
e sinistro omaggio
funebre al tempo
stesso. La figura
di John allude
a un personaggio
della cronaca nera
di prolungata
popolarità,
Jack lo squartatore,
che ritroviamo citato
dieci anni dopo nella
scena finale del film
di Georg Wilhelm
Pabst Lulu - Il vaso
di Pandora, tratto
da Frank Wedekind
e interpretato
da Louise Brooks. tempo e vuole nuovamente santificare, 1925. Con efficace sintesi, Roh ricorre
dopo tanta stravaganza e caos, il “sano”, ad alcune parole chiave riferite a stile e
la corporeità plastica nel disegno puro modalità compositive per distinguere e
secondo natura, esasperando il “terreno”, contrapporre espressionismo da un lato
il tutto tondo»; ne sono punti di riferi- e, dall’altro, postespressionismo, vale a
mento storici Michelangelo, Ingres, e dire Nuova oggettività: estatico/prosaico;
i Nazareni. La seconda non condivide ritmico/descrittivo; commovente/rifles-
– secondo Hartlaub – le stesse preoc- sivo; dinamico/statico; sintetico/anali-
cupazioni di qualità artistica; per cer- tico; sonoro/silenzioso; caldo/freddo;
ti aspetti, anzi, nasce dalla negazione colore materico/velature; ruvido come
dell’arte, nutrendosi di formulazioni an- roccia/liscio come metallo; deformazio-
che elementari, con l’obiettivo di portare ne espressiva/purificazione armonica, e
alla luce il «vero volto del nostro tempo». così via. Tra gli artisti che secondo Roh
Tale fenomeno artistico viene descritto rappresentano questo sempre più dif-
nel suo complesso anche da Franz Roh fuso, ancorché assai variegato, “nuovo
nel libro Nach-Expressionismus – Magi- naturalismo” ci sono molti tedeschi –
scher Realismus. Probleme der neuesten Max Beckmann, Otto Dix, George Grosz,
europäischen Malerei (Postespressionismo Alexander Kanoldt, Carlo Mense, Georg
– Realismo Magico. Problemi della nuo- Scholz, Georg Schrimpf… – ma anche
va pittura europea), uscito nello stesso pittori italiani, francesi e dell’École de
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