Table Of ContentCOLLANA NORD - OVEST
LE ULTIME AVVENTURE DI SANDOKAN
Sandokan stava annoiandosi alla reggia di Janez che abdicava in favore del figlio, in attesa di festeggiamenti per l'incoronazione, quando gli si presento' l'occasione
gradita di menare le mani. Gunara, la figlia segreta del detronizzato Sindhia, sobillata dall'ambizioso bramino Kailas, avanza pretese sulla corona che sta per passare
sul capo di Soarez. Gunara, feroce quanto lo fu il padre, capeggia una banda di ladroni, sotto il nome di "Pantera dei Vindyas". Due volte riesce a fare prigionieri
Sandokan e Kammamuri : anche del rivale Soarez, riesce ad impossessarsi, ma di fronte a lui, la sua ferocia cade, poiche' di colpo se ne innamora.
Lo stesso sentimento colpisce Soarez, cosi' che quand'egli giunge alla corte del padre che tiene prigioniera Gunara, si oppone a che sia giustiziata. Sandokan che
gia' aveva intuito il legame d'amore sorto fra i giovani, viene loro incontro proponendo a Janez di festeggiare, insieme con l'incoronazione, il loro matrimonio.
DELLA STESSA SERIE
Le tigri di Mompracem I misteri della Jungla nera La vendetta dei Tughs I pirati della Malesia Le due tigri Il re del mare Alla conquista di un impero Il rajah dell'Assam
Sandokan alla riscossa La riconquista di Mompracem Il bramino dell'Assam La caduta di un impero La rivincita di Janez Sandokan nel labirinto infernale Le ultime
avventure di Sandokan Sandokan contro il leopardo di Sarawak I tughs alla riscossa Il ritorno delle tigri di Mompracem Sandokan nel cerchio di fuoco Sandokan nella
Jungla nera
OMAR SALGARI LE ULTIME AVVENTURE DI SANDOKAN
ILLUSTRAZIONI DI A. TRINCIA
CARROCCIO ALDEBARAN
COLLANA NORD-OVEST Proprieta' Artistica e Letteraria Riservata Scuola Grafica Salesiana - Bologna
1 - I TRE SANIASSI
I tre "saniassi", o "fakiri" predoni, avevano raggiunto il limite della "jungla" e si inoltravano sul. sentiero accidentato che metteva al "pa'l" di Amber.
II "pa'l" e' molto meno di un villaggio; e' appena un casale o la riunione di misere capanne, abitate qualche volta da "rajot" e, per lo piu', da famiglie nomadi che son
venute ad abitarvi temporaneamente.
Una piccola capanna sorgeva isolata, poco lontana dal sentiero.
I tre saniassi si fermarono.
" Se noi dessimo un'occhiata dentro quella capanna? " disse il piu' giovane dei tre.
" Che cosa speri di trovare la' dentro? " rispose il secondo fakiro predone. " Ci deve abitare un "vanaprasta".
" Un anacoreta? Mi pare piuttosto che sia la capanna di un bramino che sta facendo il suo "tapas".
" Il luogo e' adatto per una penitenza ... Ma se si tratta di un
bramino, e' segno che costui deve avere ucciso involontariamente un altro bramino : in questo caso le leggi di Manu' ordinano che esso si costruisca una capanna e
che ci viva per dodici anni, portando seco il teschio dell'ucciso ...
Cosi' parlando i tre saniassi si avvicinavano alla capanna.
Ad un tratto essi tacquero. Avevano udito un indistinto mormorio venire dall'interno. Nascondendosi dietro i cespugli che fiancheggiavano il sentiero, essi si
avvicinarono, guardinghi, ad una piccola finestra che dava luce all'interno.
Con una rapida occhiata avevano scorto un bramino accoccolato in terra, un teschio tra le mani scarne, ed un altro bramino in piedi, che voltava le spalle ai tre
saniassi. Questi si chinarono sotto la finestra e tesero l'orecchio per ascoltare il dialogo dei due bramini.
" Ho seguito le leggi di Manu', " gemeva il bramino accoccolato in terra " ho preso con me il teschio del disgraziato Makkara, che ho ucciso involontariamente, mentre
volevo sparare sulla "kala-bag" che l'aveva assalito ... Da tre anni compio il pio "tapas", vivendo di elemosine... Dimmi, Kailas, saro' purificato del mio misfatto?
" Si', Kounda, " rispose il bramino che lo ascoltava " tu hai scrupolosamente seguito le leggi di Manu' e sarai purificato.
Il penitente trasse un lungo sospiro ed esclamo' :
" Tu mi sollevi l'anima, Kailas!
Questi volse il capo verso un angolo della capanna.
Kounda, che aveva seguito lo sguardo del bramino, disse.
" Non temere, Kailas. Nessuno ha smosso la terra sotto cui e' custodito il segreto. La cassetta di ferro che mi hai consegnato, or sono due anni, e' sempre sepolta in
quell'angolo.
" Bene, Kounda custodiscila gelosamente e non toccarla mai!
" No, Kailas, ricordo perfettamente quanto mi hai detto nel consegnarmi la chiave: soltanto alla mia morte tu aprirai la cassetta e leggerai la lettera che vi e' contenuta.
" Vedo che la tua memoria si conserva buona, nonostante le penitenze che ti infliggi " disse Kailas. " Ora me ne riparto tranquillo e raggiungo il "pa'l".
" Ti accompagno " fece Kounda. " Faccio la mia questua.
I tre saniassi si nascosero dietro la macchia che si trovava a fianco della capanna e rimasero immobili finche' i due bramini, usciti, furono scomparsi dietro una piccola
elevazione di terreno.
Essi penetrarono nella capanna, e mediante una pala si misero a scavare febbrilmente nell'angolo della capanna, finche' il ferro urto' contro un oggetto solido.
Lo trassero fuori: era una piccola cassetta di metallo.
" Rimettiamo la terra nella buca! " disse il piu' giovane dei fakiri predoni.
L'operazione fu accuratamente eseguita.
" Non si accorgera' di nulla! " disse un altro saniasso.
" Imboschiamoci e cerchiamo di aprire la cassetta " fece il terzo.
" Peccato che il bramino non abbia lasciato fuori la chiave.
" Ci ingegneremo e riusciremo a vedere che cosa contiene.
Uscirono dalla capanna e, rifacendo il sentiero, rientrarono nella
jungla. Quando furono ben certi di essere nascosti allo sguardo altrui, essi pensarono al modo di aprire la misteriosa cassetta.
Il piu' giovane dei saniassi trasse di tasca un solido "tarwar" ed in breve riusci' a far saltare la serratura.
e nascosto " disse il piu' vecchio afferrando la lettera e facendone saltare il suggello.
Egli la lesse avidamente e poi la passo' agli altri due.
" Ed ora? " chiese il piu' giovane saniasso " che facciamo di questo pezzo di carta?
" Il "maharajah" dell'Assam ci dara' tutto quanto noi gli chiederemo per avere questa lettera " rispose il secondo fakiro.
Si accese tra i predoni una lunga discussione ed alla fine decisero che, se volevano trarre qualche utile dalla lettera, bisognava che si avventurassero in quel viaggio.
" Del resto " disse il piu' vecchio " era gia' mia intenzione di recarmi nell'Assam in occasione delle grandi feste che si faranno prossimamente.
" Anch'io ci avevo pensato. Ci sara' molta gente e potremo fare qualche buon colpo.
I tre saniassi, molto pratici della foresta, si misero in viaggio. Dopo una settimana essi avevano raggiunto una densa foresta di "pil-pal" e di mangifere.
Il sole volgeva al tramonto. Annottava rapidamente sotto la boscaglia ed anche al di la' della immensa cupola di foglie, la luce andava spegnendosi tra gli ultimi guizzi
d'oro.
I tre saniassi erano stanchi morti: dopo aver cenato frugalmente con alcune banane, si distesero ai piedi di un albero immenso e si addormentarono.
Alle prime luci del mattino, dei tre fakiri predoni uno solo si risveglio'. Era il piu' giovane, Hirapur.
" Svegliatevi, dormiglioni " grido' Hirapur, scuotendo il compagno che gli giaceva vicino.
Ma le scosse riuscirono inutili: il fakiro rimase immobile. Hirapur lo guardo'. Un raggio di sole obliquo gli batteva sul viso e sul petto.
II giovane mando' un grido e balzo' in piedi, mentre un freddo sudore gli imperlava istantaneamente la fronte. I suoi occhi si fissarono con spavento sui due corpi e su
una serpe che si snodava lentamente sul petto di uno di essi.
Il fakiro riconobbe nel rettile il terribile "serpente del minuto", cosi' chiamato perche' procura col suo morso una morte fulminea. I suoi due compagni erano morti! Il
colore dei visi, diventati
orribilmente paonazzi, non ammetteva alcun dubbio.
Hirapur, dopo una breve riflessione, frugo' nelle tasche del vecchio saniasso e gli prese la lettera giudicata cosi' preziosa.
" Continuero' il viaggio da solo! " mormoro'.
Hirapur porse mentalmente un saluto ai suoi disgraziati compagni di ladrerie e di aggressioni:
" Temo che voi non entriate nel "kailasson" " mormoro'. " A meno che in paradiso ci sia anche posto per voi, poveri saniassi.
Ed Hirapur continuo' la sua marcia nella foresta, avvicinandosi al Brahmaputra, nella speranza di trovarvi qualche "poluar" o qualche "bangle" che gli permettesse di
giungere piu' presto a Gahuati.
" La mia fortuna e' fatta " egli pensava. " Sivah per mezzo di quel serpente del minuto ha forse voluto che soltanto io svelassi il mistero della cassetta al maharajah
dell'Assam. Purche' questo maharajah bianco non sia di cattivo umore e, in luogo di darmi molte "rupie", non mi cacci in prigione. Questi principi bianchi hanno idee
cosi' strane!
2 - IL SEGRETO DEL BRAMINO
Due mesi dopo il penitente volontario continuava nella solitudine della capanna il suo "tapas". Da dodici ore fissava il teschio della sua vittima gemendo:
" Ho seguito le leggi di Manu'... Cerco la purificazione del mio misfatto.
Una voce gli fece alzare il capo verso la porta della capanna :
" Kounda, sono io.
" Vieni avanti, Kailas! " disse il bramino. " Ho gelosamente custodito la cassetta. Guarda, nessuno ha smosso la terra.
Kailas entro', dicendo :
" Oggi e' l'ultimo giorno della custodia: e' il giorno fissato per fare a "Lei" la grande rivelazione. Non sono morto e percio' posso fare io quel che avresti oggi dovuto
fare tu, in caso di mia morte. Ora parto per la localita' dove sono atteso : se durante questo viaggio di quattro ore sono assalito da belve o da uomini e se domani non
mi vedrai far ritorno, dissotterra la cassetta ed aprila. Sarai tu che farai, invece mia, la grande rivelazione alla persona nominata nella lettera. Ma spero di non fare
alcun incontro sgradito.
alcun incontro sgradito.
" Non ti fermi con me un poco?
" No, Kounda. Son passato per dirti che ora termina il tuo incarico. Voglio giungere alla pagoda di Quiscena prima che scendano le tenebre " seguito' il bramino
Kailas, mettendo in mano a Kounda l'obolo che ogni settimana gli recava.
" Ti rechi alla pagoda di Quiscena? " mormoro' con un'espressione di spavento Kounda.
" Si': perche' questo terrore?
" Forse non sai che in questa pagoda abbandonata si e' rifugiata la donna piu' terribile dell'India?
" Si', lo so " rispose con pacatezza il bramino. " Nella pagoda di Quiscena si e' rifugiata coi suoi fedeli la famosa Pantera dei Vindhyas, la coraggiosa fanciulla che ha
gettato il terrore nel Bundelkund, nel Khondistom, nella Gounduana.
" Tu non la temi Gunara?
" No: tanto e' vero che mi reco da solo nella pagoda " disse Kailas. " Ma, te lo ripeto, se qualcuno m'assale e mi uccide, sarai tu che dovrai fare quel che sto facendo
io. Continua il "tapas" e sarai purificato.
Il bramino Kailas si porto' nell'angolo della capanna dove credeva fosse ancora sepolta la misteriosa cassetta ed esamino' il terreno.
" No, non mi sembra che sia stato smosso " mormoro'.
Ed usci' dopo aver salutato il volontario penitente che si accoccolo' di nuovo in terra prendendo in mano il teschio della sua vittima.
Kailas usci' dalla capanna che il suo amico si era fabbricato poco lontano dal "pa'l" di Amber, giro' attorno al "pa'l", non stimando prudente attraversarlo e prese per
una strada che metteva nella jungla.
Il bramino procedeva con passo sicuro nella jungla e dimostrava di conoscerla profondamente. Forse egli aveva gia' fatto quella strada un numero infinito di volte. Egli
si fermava di quando in quando e fi'ggeva i suoi sguardi acuti nel folto delle macchie, volgendo gli occhi in giro, come se temesse di esser seguito.
Vi fu anzi un momento in cui il bramino ebbe un sussulto. Gli pareva di avere sentito poco lontano da se' una voce umana. Stette in ascolto, impugnando la pistola che
teneva sotto il "dubag". Nulla. Evidentemente si era sbagliato. Sapeva per lunga esperienza delle foreste indiane, che spesso pervengono dal folto delle macchie e da
covi sotterranei, voci che si scambiano con facilita' per voci umane. Sono invece brevi e tenui ululati di bestie rintanate.
Il bramino continuo' la sua marcia.
"e' impossibile che qualcuno mi spii e mi segua " penso'. " Io ho agito sempre con estrema prudenza e son sicuro di tutti i miei amici. Gli abitanti di "pa'l", vicino a cui il
povero e fedele Kounda ha costruito la capanna del tapas, non mi hanno veduto. Nessuno conosce il segreto della cassetta, ne' sa che oggi incomincia la nostra
azione ... Posso raggiungere con sicurezza la pagoda di Quiscena : piu' mi avvicino e piu' son sicuro, perche' nessuno osa frequentare i luoghi dove regna la Pantera
dei Vindhyas ...
Ma il bramino, per quanto possedesse un udito finissimo ed una vista che l'eta' non aveva diminuito di acutezza, non si era accorto che due uomini lo seguivano
scambiandosi, a voce appena bisbigliata, i loro pensieri.
" Perche' ha fatto il giro del "pa'l" ?
" e' facile a capire. Il "pa'l" e' abitato da Indiani nomadi, pronti anche ad assalire un bramino per l'avidita' di poche rupie...
" Si e' fermato ... Che abbia qualche sospetto di esser seguito?
" e' un vecchio furbo: egli deve conoscere la jungla palmo a palmo.
" Non sarebbe per noi conveniente saltargli addosso e farlo parlare?
" A che scopo? Noi sappiamo benissimo quel che vuol fare. Egli si reca presso la Pantera dei Vindhyas ...
" Silenzio! ... Il bramino s'e' fermato! " Che ci abbia uditi?
" No... egli riprende il cammino.
" e' un vecchio pieno di vita.
" Egli ha fatto i suoi conti senza di noi.
" Un bramino che dovrebbe rinunziare ad ogni ambizione!
" Ce ne son molti come lui: in apparenza umili e mansueti, ma che covano nell'anima desideri di rajah...
" Purche' le tenebre, che calano rapidamente, non ci facciano perdere le sue piste.
" Non c'e' pericolo: il mio udito e' buono.
Il bramino, preso anche lui dal timore che le tenebre scendessero prima di raggiungere la pagoda di Quiscena, accelero' il passo.
" Questo vecchio mette a cimento le nostre gambe.
" Dove vuole, dunque, condurci? In capo al mondo?
" Ecco dei marabu' e dei trampolieri: gli stagni non debbono essere lontani: tu sei pratico di questi luoghi.
" Te ne ho dato una prova.
" Dove, dunque, puo' recarsi questo instancabile vecchio bramino?
Le ultime avventure di Sandokan 1
" Lo capisco ora! Qui siamo in vicinanza di una pagoda abbandonata.
" Una pagoda da queste parti?
" Si', la pagoda di Quiscena, un luogo molto adatto per un rifugio di banditi.
" Che sia il covo della Pantera dei Vindhyas?
" Lo sapremo presto!... Ecco che la foresta finisce!
" Sei tu pronto a tutto?
" Sono un "dacoit" : se sara' necessario, sapro' anche uccidere!
3 - GUNARA, LA PANTERA DEI VINDHYAS
Il bramino avanzava a passi rapidi nel breve passaggio aperto fra le immense mangifere che si stendevano lungo lo stagno, entro il quale si potevano ancora
scorgere, agli ultimi riflessi del tramonto, giganteschi coccodrilli guizzanti in cerca di preda. Gli occhi del bramino brillavano di luce intensa e sul suo viso passavano di
quando in quando strane ombre.
Una voce si levo' dallo spiazzo che si apriva dinanzi la pagoda in rovina, verso cui procedeva il bramino.
" Chi va la'?
" Kailas " rispose il bramino.
" Avanti! " grido' la voce. " Sei atteso da Gunara, la Pantera dei Vindhyas.
Il bramino avanzo' e si trovo' di fronte ad un superbo "esatria", che era di guardia alla porta di bronzo della pagoda. Il guerriero batte' tre colpi sulla porta con
l'impugnatura della sua pistola.
Un istante dopo la porta si apri' ed il bramino entro' nella pagoda di Quiscena, il dio distruttore dei re malvagi. Un fiero "kaltano" portava una torcia resinosa,
" Seguimi, Kailas " disse il "kaltano". " Gunara e' nella sala della dea Parvati.
Il bramino segui' il "kaltano". Discesero una stretta scala e si trovarono nella pentagonale sala della dea Parvati, la protettrice delle armi ed ispiratrice della distruzione.
Il kaltano disse:
" Il bramino Kailas.
" Kailas! Ti attendevo! " rispose una voce di donna, sonora e vibrante. " Lasciaci soli, fedele kaltano. " Questi usci' prontamente. Il bramino si trovo' solo dinanzi a
Gunara.
. Era una fanciulla bellissima, vestita dal "choli'", specie di giacchetta a maniche corte e dal "sari". Sul capo fiero portava un turbante, luminoso per tre meravigliosi
diademi che gettavano bagliori di fiamma sugli abbondanti nerissimi capelli.
Dagli occhi a mandorla della vigorosa fanciulla usciva uno splendore abbagliante che incuteva uno strano brivido. Le rossissime labbra si inarcavano ad un sorriso,
ora sdegnoso, ora crudele.
Da tutta la persona agile, slanciata e fremente della strana fanciulla spirava qualcosa di feroce, che giustificava il suo nome di Pantera dei Vindhyas. Ad ogni istante
pareva infatti che Gunara fosse per spiccare il salto belluino della pantera. La sua mano affusolata ed inquieta si appoggiava sull'impugnatura di una scimitarra
tempestata di rubini e di diamanti che le pendeva da una fascia bianca al Banco.
Dietro di lei, addossata alla parete di marmo scuro, la statua corrosa di Parvati sembrava ispirare pensieri di distruzione alla giovinetta guerriera.
" Kailas, " disse Gunara con voce vibrante di ansiosa attesa " oggi compio diciotto anni e secondo la tua promessa aspetto da te la grande rivelazione che deve
cambiare il destino della mia vita.
" Son qui appunto per mantenere la mia promessa " rispose il bramino, fissando con fermezza gli occhi fiammanti delia fanciulla.
" Parla. Son pronta ad ascoltarti. Ma bada a te, bramino : se la rivelazione che stai per farmi non e' importante, io ti puniro'.
" Il bramino e' sacro. Oseresti tu toccare un bramino?
" La Pantera dei Vindhyas osa tutto! " rispose Gunara con voce vibrante di minaccia. " Osa anche recidere il capo ad un bramino, se questo la tradisce.
" Kailas non tradisce la Pantera dei Vindhyas. Kailas vuole che Gunara abbandoni la sua vita brigantesca per conquistare un trono " esclamo' il bramino con impeto.
" Un trono! " grido' Gunara, ergendosi su tutta la persona e gettando sul bramino uno sguardo in cui fiammeggiava un ardente desiderio di dominio.
" Si', Gunara, un trono " disse il bramino. " Kailas aveva promesso che al compiersi dei tuoi diciotto anni ti avrebbe fatto la grande rivelazione. Gunara, tu hai diritto
all'Impero dell'Assam!
Vi fu un breve silenzio, in cui la fanciulla parve essere percossa da profondo stupore. Si passo' rapidamente una mano sulla fronte, raccogliendo una ciocca dei neri
capelli che si era scomposta, mentre i suoi occhi fissarono il bramino.
" Parla, Kailas " esclamo' invitando con un cenno il bramino a sedere vicino a lei, su un divano.
Kailas ubbidi'. La Pantera dei Vindhyas disse:
" Attendo di sapere chi sono io. Non ho conosciuto ne' mio padre ne' mia madre. Per quanto abbia cercato di sforzare la mia memoria, non sono mai riuscita a sapere
nulla della mia prima infanzia. Il mio piu' lontano ricordo risale a un uomo che mi raccolse nella foresta e mi condusse con lui sui monti Vindhyas. Quell'uomo, spari'. I
miei istinti mi spinsero al vagabondaggio delle foreste e dei monti. Un invincibile impulso mi guido' alla preda ed all'assalto. In pochi anni sono diventata il capo temuto
di una banda, che affronta per me ogni pericolo.
" Lo so: i tuoi fedeli sono soggiogati dal tuo sguardo ammaliante e dalla tua bellezza. Questa banda getta il terrore nel Bundelkund.
" Nel Buldenkund ed altrove " disse fieramente la fanciulla. " Ma io non depredo che i ricchi inglesi: compio cosi' un'opera di giustizia, poiche' sono gli Inglesi che
hanno incominciato a predare gli Indiani. Si', io sono inesorabile con questi usurpatori!...
" Ed allora lo sarai anche per colui che tra poche settimane salira' al trono usurpato dell'Assam.
" Soarez, il figlio del maharajah bianco? " chiese Gunara.
" Si', il figlio del portoghese Yanez. Il padre, ormai stanco del potere ed addolorato per la morte della "rhani", cede la corona al figlio ventenne.
" E tu dici che quella corona deve brillare sul mio capo? " esclamo' Gunara con impeto.
" Lo affermo " disse il bramino.
" E perche'? Chi sono dunque io, per pretendere al trono
dell'Assam?
Il bramino rispose con fermezza, guardando la fanciulla fissamente :
" Tu sei la figlia di Sindia.
Gunara balzo' in piedi, esclamando:
" Di Sindia il feroce?
" Di Sindia il pazzo crudele che uccideva per il piacere di uccidere!
" E per questo io pure sono feroce! " mormoro' la fanciulla con voce che era diventata improvvisamente triste. " Per questo io sento nelle vene un sangue ardente e
amo la battaglia!
Poi ergendosi fieramente, soggiunse :
" Ma io non uccido per il piacere di uccidere. Uccido soltanto quando me lo impone la mia difesa. Ed uccido solo gli usurpatori delle nostre terre. Come sai tu Kailas,
che io son figlia di Sindia?
Il bramino, dopo un istante di silenzio, rispose :
" Lo so, perche' io stesso sono stato incaricato di venderti ai "thugs".
" Ai terribili strangolatori? " chiese Gunara.
" Si', fanciulla.
" E tu mi hai forse venduta a loro? " disse Gunara con voce minacciosa ed afferrando una mano del bramino.
" No: se io ti avessi venduta ai "thugs", tu non saresti nella pagoda di Quiscena, ma nella Jungla Nera delle Sunderbund.
" Racconta, Kailas! " grido' la Pantera dei Vindhyas.
" Ero alla Corte di Sindia e godevo della fiducia del rajah. Sindia era volubilissimo nelle sue affezioni. Amava tua madre, ma poivenne alla Corte una perfida donna del
Dalk, che odiava tua madre ed odiava te. Tua madre mori' improvvisamente.
" Uccisa? " grido' Gunara con impeto minaccioso.
" Forse " rispose il bramino. " La sua morte apparve misteriosa. Allora io temei anche per te... Avevo ragione di sospettare che la perfida donna volesse perderti. Per
poterti salvare servii fedelmente la donna, finche' questa mi propose di portarti via dal palazzo e di venderti ai "thugs".
" E tu, Kailas, fingesti di ubbidire?
" Si', poiche' se io non fi'ngevo di accettare, la crudele donna avrebbe incaricato qualcun altro. Ti portai via, una notte, ed uscii da Gahuati, la capitale dell'Assam. Mi
avviai verso il Brahmaputra dove un poluar mi attendeva. Era mia intenzione di portarti da una donna che avrebbe avuto cura di te : ma prima che raggiungessi il
fiume fui aggredito da parecchi rajots i quali si impadronirono di te e ti portarono via... Ritornai al palazzo, ove non tardai a comprendere che la donna, dopo che ero
partito, aveva dubitato di me e mi aveva fatto pedinare dai miserabili rajots coll'incarico di riprenderti a me e farti sparire... La malvagia, nel timore che io svelassi tutto
al rajah, mi accuso' presso di lui essere stato io a farti sparire! Fui imprigionato e condannato a morte, ma con l'aiuto di Brahma e di due "sikkari" fedeli, riuscii a
fuggire e ad allontanarmi dall'Assam ...
" Maledetta!
" Si', maledetta perche' ho poi saputo che Sindia, stancatosi di lei, l'ha uccisa con un colpo di carabina ...
" Ma come mi hai tu riconosciuta per figlia di Sindia? " chiese Gunara, con avida curiosita'.
" Mi sono rifugiato nelle montagne del Bundelkund, localita' delle tue gesta ed ho saputo da un fakiro, che un giorno ti ha fasciata una ferita, che tu porti sulla spalla lo
stesso segno che portava la bimba di Sindia.
" Io porto alla spalla sinistra una piccola stella " mormoro' Gunara. " Poi, ergendosi sulla persona, esclamo' : " Tu devi aver detto il vero. L'uomo che mi raccolse nella
foresta mi trovo' legata ad un albero ...
" Era la maledetta donna che aveva ordinato ai rajots di esporti in questo modo alle bocche fameliche delle belve. Gunara, tu porti sul tuo corpo la stella... e' il segno
della tua fortuna. Figlia di Sindia, hai diritto al trono dell'Assam.
" E tentero' di averlo! " esclamo' la fanciulla. " Ma tu, Kailas, perche' non mi hai fatto prima questa rivelazione?
" Perche' volevo attendere che tu compissi i diciotto anni. Questo e' stato il responso della dea Parvati.
Il bramino aveva negli occhi una fiamma che denotava in lui un proposito non ancora manifestato a Gunara.
Il momento era giunto per spiegarsi interamente.
" Gunara, " egli disse " io ti aiutero' con la mia vecchia esperienza a salire su quel trono, che ti aspetta per diritto; ma io desidero di aver la mia parte nel tuo regno.
" Amo gli uomini sinceri " esclamo' Gunara. " Nei tuoi occhi brilla in questo momento una grande ambizione e questa tua ambizione sara' soddisfatta, se io riesco a
ghermire la corona.
" Grazie, rhani! " rispose il bramino.
" Troppo presto " disse Gunara abbozzando un sorriso. " Ma come mai, tu, bramino, covi nell'animo tanta ambizione? Io ho sempre creduto che i bramini non
cercassero beni e ricchezze ...
La fronte di Kailas si corrugo' leggermente.
" La mia ambizione non e' una debolezza, ne' un egoismo " disse. " Io vagheggio un sogno grandioso per la liberta' della mia razza.
" Quale?
" Vorrei trascinare tutta l'India alla ribellione contro gli usurpatori.
"Ed io saro' con te, Kailas! " grido' la Pantera dei Vindhyas. " Se la dea Parvati mi assiste e se la figlia di Sindia potra' salire i gradini del trono, io ti daro' i mezzi per
propagare questa ribellione.
" Grazie, rhani.
" Troppo presto, ripeto, tu mi chiami regina dell'Assam.
" Lo sarai se tu mi ubbidirai " disse Kailas.
" Ti ubbidiro' per quanto comporta la mia natura ribelle " rispose la fanciulla. " Tu sarai il mio consigliere, ed incomincio subito a chiederti un consiglio. Per conquistare
un impero occorrono molte rupie?
" Moltissime.
" Orbene, io me le voglio procurare presto.
" In che modo?
" Impossessandomi del tesoro del rnaharajah.
" L'idea e' ottima, non lo nego; " disse il bramino sorridendo " ma comporta una difficolta'.
" Quale?
" Quella di conoscere il luogo dove si trova il tesoro " rispose Kailas. " Questo luogo e' conosciuto da una sola persona al mondo.
" Yanez, non e' vero?
" Perfettamente. Nessun altro conosce dove e' sepolto il tesoro dell'Assam, nemmeno Soarez, il quale lo sapra' soltanto il giorno in cui Yanez gli porra' sul capo la
corona. " Bene, " disse Gunara " allora occorre far parlare Yanez.
" Far parlare Yanez? Bisognerebbe prima avere tra le mani il terribile cacciatore di tigri.
" Lo troveremo. Hai detto che tra poche settimane Yanez cedera' la corona a Soarez?
" Si' e sara' data in quell'occasione una grande festa a Gahuati.
Kailas si interruppe per un istante, poi disse :
" Gunara, e' bene che i tuoi fedeli sappiano quale grande avvenire ti attende...
" Hai ragione, Kailas. La notizia li infiammera' di centuplicato ardore. Seguimi.
4 - I KERKALS DI GUNARA
La terribile fanciulla apri' una massiccia porta di bronzo, che metteva in una lunga galleria. Kailas la segui', in silenzio.
In fondo, un chiarore di torce illuminava debolmente il cammino di Gunara e di Kailas. Un'ombra si profilo' nel chiarore, al termine della galleria, ed una voce grido':
" Chi va la'?
" Gunara!
Si udi' un tramestio, come di gente che si alzasse in piedi, ed un vario rumoreggiare di armi. La Pantera e il bramino entrarono in una vastissima sala, dove erano
radunati un centinaio di strani guerrieri... Erano Indiani di ogni regione, che Gunara aveva raccolti sotto il suo comando, per lanciarli all'assalto delle carovane inglesi
e dei viaggiatori che valicavano le montagne dei Vindhyas: uomini dal viso abbronzato dal sole e dall'espressione feroce, membruti e dagli occhi cupi e sinistri; armati
con le armi piu' diverse: "tarwar", pistole, "kamlipang", carabine.
All'apparire di Gunara tutti si erano alzati, togliendosi di bocca sigari e "cibuk" ed interrompendo i loro giuochi. Un uomo gigantesco avanzo' verso la Pantera in
attitudine di attendere ordini.
" Kaligong, mio luogotenente, " disse Gunara con voce squillante " dite ai miei "kerkals" di prepararsi ad una grande notizia.
" Kerkals, Pantere di Vindhyas, fedeli di Gunara, udite la vostra signora... " esclamo' il gigante.
Gunara porto' lo sguardo fiammeggiante sui suoi prodi seguaci, parve esaminarli uno a uno, poi esclamo':
" Miei kerkals, il bramino Kailas ha finalmente fatto la grande rivelazione che mi aveva promessa. Oggi io compio i diciotto anni.
" Viva Gunara, la Pantera invincibile! Viva la nostra signora! " gridarono ad una voce i fedeli guerrieri.
" Il bramino Kailas mi ha finalmente rivelato le mie origini. Io attendevo questo giorno con uno strano presentimento. Il mio presentimento non m'ingannava. Il bramino
ha riconosciuto in me la figlia di Sindia, il famoso rajah dell'Assam, che si e' fatto giustizia con le proprie mani. Ho diritto di cingere la corona, che tra poche settimane il
maharajah bianco porra' sul capo ventenne di suo figlio Soarez. Io strappero' da quel giovane capo una corona che non gli spetta. Quella corona e' mia e la voglio!
" Tu l'avrai! " grido' il gigante Kaligong, alzando una mano in segno di giuramento.
" Tu l'avrai! " ripeterono ad una voce i kerkals, alzando la mano. " Viva la rhani dell'Assam!
"- Accetto questo evviva come un augurio " esclamo' Gunara. " La dea Parvati e' con me ed io vincero'. Noi abbandoneremo domani all'alba questa pagoda dove ci
siamo rifugiati, e ci avvieremo di tappa in tappa verso Gahuati. Penetreremo nella capitale a gruppi; ma al momento opportuno balzeremo come tante autentiche
pantere nella reggia, e l'Assam sara' nostro. Noi dovremo, pero', compiere prima una impresa necessaria: impossessarci del tesoro del maharajah. Kerkals, miei fedeli
seguaci, voi dovrete obbedienza al bramino, che mi salvo' da bimba la vita e che oggi mi ha rivelato il mistero della mia nascita.
Gli occhi della Pantera si volsero sul bramino, mentre questo rimaneva in attitudine pensierosa.
" Vi sono fra di voi " egli chiese " due perfetti nuotatori, che sappiano resistere a lungo sott'acqua? " Due nomi si udirono mormorare da cento bocche: Tindar e
Marwa, i pescatori di perle!
" Tindar e Marwa, venite avanti! " ordino' Gunara.
Due indiani della costa forti e membruti e dallo sguardo deciso, si avanzarono.
" Avremo bisogno di voi " disse il bramino, seguendo un disegno che si andava formando nella sua mente. " Quanto tempo potete resistere sott'acqua?
" Anche cinque minuti " rispose Tindar.
" Benissimo, vi spieghero' minutamente quello che desidero da voi.
" Ed ora cenate e riposate " disse Gunara. " Domani abbandoneremo la pagoda di Quiscena, per prender la via dell'Assam, attraverso jungle e foreste.
Gunara e Kailas uscirono e ripassando per la galleria, entrarono in una saletta, dove un kerkal aveva preparato una frugale cena ed una bottiglia di "arak".
Gunara invito' il bramino e appena furono seduti, Gunara chiese :
" Che intendi fame di Tindar e di Marwa? Nel Brahmaputra non vi sono perle da pescare, che io mi sappia.
" Non vi sono perle, ma puo' darsi che vi sia il tesoro del "rajah".
" Credi che sia in fondo a quel fiume?
" Non posso supporlo.
" Ed allora ...
" Allora si tratta di pescare qualcuno che ce lo dica...
" Vuoi far pescare Yanez da Tindar e Marwa?
" Si', Gunara: hai detto giusto.
" Mi sembra impresa difficile ...
" Difficile, ma possibile.
Ed il bramino spiego' quale era il mezzo da lui ideato per raggiungere lo scopo. Un. riso breve e crudele usci' dalle labbra della fanciulla.
Gunara si era versata una tazza di arak e la bevve. L'eccitazione del frizzante vino indiano si aggiungeva al naturale impeto della selvaggia predatrice. I suoi occhi
mandavano lampi al pensiero dell'impresa che stava per tentare.
" Il tuo piano grandioso mi sorride, Kailas " disse Gunara, accendendo una sigaretta. " Bisogna che tutta l'India si ribelli a questa ingiusta dominazione che vogliono
imporci, con crudeli stermini, gli uomini bianchi. Conquistato l'Assam, noi manderemo in ogni regione degli emissari a sollevare le popolazioni. Sento nel sangue
l'ardore della mia razza guerriera e col tuo aiuto e la tua saggezza io vincero'.
La fiera fanciulla si alzo' e si reco', seguita dal bramino, nella sala della dea Parvati.
Gunara si volse alla statua della dea ed esclamo' sollevando le braccia :
" Parvati, dea della Guerra e della distruzione, aiuta la mia impresa, perche' io possa conquistare la corona che mi spetta. Io la strappero' alla testa di Soarez, il figlio
di Yanez, l'usurpatore di imperi indiani.
" No, tu non lo potrai. La corona dell'Assam rimarra' sul capo del valoroso Soarez " disse una voce che pareva venisse dalle profondita' della pagoda.
La Pantera dei Vindhyas allibi': Kailas ebbe un sussulto. I due si guardarono.
" Chi ha parlato? " mormoro' la fanciulla con un tremito nella voce.
" e' qualcuno dei tuoi kerkals che ti tradisce o si prende giuoco di te " rispose il bramino con voce che denotava uno strano smarrimento.
" e' impossibile! " esclamo' la Pantera, facendo un balzo verso la galleria. " La voce viene dal profondo. Kerkals, a me, nella sala di Parvati!
Il grido vibrante della fanciulla percorse la galleria e fece precipitare repentinamente tutti i fedeli seguaci della pretendente al trono dell'Assam.
" Chi manca? " chiese Gunara al suo gigantesco luogotenente.