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Presentazione
Febbraio 2020: mentre i media diffondono le prime voci ancora confuse su
un virus che sta mietendo vittime in Cina e sembra essere arrivato anche in
Italia, la Questura di Milano si trova di fronte a un macabro ritrovamento e
all’ipotesi di un killer seriale che si accanisce contro le donne, seminando
indizi indecifrabili. Le indagini sono affidate al commissario Mario
Mandelli dell’Unità di Analisi del Crimine Violento, un cinquantacinquenne
solido, vecchia volpe del mestiere, innamorato dell’efficientissima moglie
Isa e appassionato di storia. Al suo fianco l’ispettore Antonio Casalegno,
affascinante e donnaiolo, talvolta fin troppo impulsivo e spregiudicato,
perfettamente complementare al suo capo. Ci sarà bisogno di tutto il loro
intuito, della loro competenza e della collaborazione di tutta la squadra
investigativa – anatomopatologi e smanettoni informatici, ma anche una
giunonica agente con un passato da atleta – per risolvere rapidamente il
caso prima che il virus dilaghi e blocchi le ricerche. A complicare le cose
interviene un altro crimine che scuote la città, l’omicidio di un noto
gioielliere durante una rapina. In un’atmosfera da assedio, le indagini si
concentrano in otto giornate tesissime fra colpi di scena e percorsi umani e
sentimentali che si intrecciano, trasformandosi in una crudele sfida in cui
ognuno metterà a rischio la propria esistenza e i propri affetti. Vincerla
significherà dimostrare a se stessi e al mondo che vale la pena lottare fino
all’ultimo respiro, per sentirsi ancora vivi.
Gian Andrea Cerone, savonese classe 1964, milanese d’adozione, ha una
lunga esperienza nell’ambito della comunicazione, dell’editoria
tradizionale, televisiva e digitale. Tra i numerosi incarichi svolti, è stato
responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo
Economico e presso EXPO 2015. Nel 2018 ha fondato la piattaforma
editoriale di podcast Storielibere. Le notti senza sonno è il suo esordio nella
narrativa, il primo romanzo della serie che vede in azione la squadra
investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano.
Questa è un’opera d’invenzione. I luoghi sono ovviamente reali,
mentre fatti e personaggi sono frutto della fantasia dell’autore
o sono utilizzati nella finzione narrativa.
In copertina: illustrazione di Giancarlo Caligaris
Grafica: Giovanna Ferraris/theWorldofDOT
Progetto grafico ebook: Guido Scarabottolo
ISBN 9788823531871
© 2022 Ugo Guanda Editore S.r.l., Via Gherardini 10, Milano
Gruppo editoriale Mauri Spagnol
Prima edizione digitale: aprile 2022
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
A Roberta e alla mia famiglia.
Pucci e Fabrizio, che ci sono sempre.
Beatrice, Francesco, Giacomo ed Eleonora, i ragazzi intorno.
Graziella e Guido, senza i quali il mondo
sarebbe stato un luogo più triste.
Rino, Maria e Lucienne, che avevano previsto tutto.
Non ho mai incontrato persone così adatte alla mia anima.
Quando sono con i milanesi e parlo milanese, dimentico che gli
uomini sono cattivi e tutta la parte malvagia della mia anima si
addormenta all’istante.
STENDHAL
La cattiveria la puoi trovare anche nell’ultima delle creature, ma
quando Dio ha fatto l’uomo doveva avere il diavolo accanto.
Una creatura che sa fare tutto. Sa fare una macchina. E una
macchina per fare la macchina. E tanto male che può andare
avanti da solo per mille anni, senza manutenzione.
CORMAC MCCARTHY, Meridiano di sangue
VENERDÌ 21 FEBBRAIO
1
Si muove con la forza elegante di un esercizio d’arte marziale. Una danza
perfetta che tocca ogni cosa con accurata lievità. Tavolo, sedie, credenza.
Movimenti armonici, ergonomia all’ennesima potenza. Pura estetica
domestica.
Poltrona, libreria, mensole. Un ninja, un monaco shàolín. Volteggia in
una sorta di trance operativa. Leva la polvere, spruzza, toglie la polvere. E
poi ancora, ripete di nuovo il circuito igienizzante di tavolo, sedie,
credenza. Ogni azione sprigiona perizia disinfestante. Poltrona, libreria,
mensole.
Il commissario Mario Mandelli la guarda estasiato. Il sedere sprofondato
nel divano, i gomiti piantati nelle cosce, il mento accomodato sui pugni
chiusi.
La televisione è accesa. Dal primo telegiornale del mattino arrivano
notizie concitate. Esperti, virologi, economisti, giornalisti e inviati duellano
su tutto. A suon di pazienti zero, picchi di contagio, previsioni, curve
esponenziali e cinica contabilità dei decessi. Tabelle a confronto,
collegamenti da tutte le parti del mondo per profetizzare l’arrivo
dell’ondata. Una sfida a chi ne sa di più, ognuno a portare la sua dose di
competente terrore, sapientemente mescolata a qualche balla. Di quelle
abusano soprattutto i politici. Ogni volta che non sanno cosa dire, per
comprovata ignoranza, si rintanano nel confortevole rifugio della stronzata.
Se non fosse distratto da Marisa magari sarebbero quelle di Mandelli, di
balle, a girare ancor più del solito. Giustamente. Mai come questa volta.
Invece a ruotare sono soltanto i suoi occhi mentre seguono i movimenti
frenetici della Isa. Osservano tutto, non si perdono niente, non un gesto, non
un dettaglio. Alla fine restituiscono uno sguardo facilmente decifrabile: la
somma di una devota soggezione e di un malcelato sarcasmo.
Marisa Bonacina in Mandelli, che è docente con cattedra
nell’interpretazione della mimica facciale di suo marito, sembra non
accorgersi di nulla. Ma è un trucco che entrambi hanno in repertorio ormai
da anni. E ora parlerà, la Isa, puntualmente.
«Vedi che faccio bene? Bisogna pulire tutto e lavarsi le mani. Lo dicono
anche lì.»
Sbuffa via le parole. È impegnata in un minuzioso duello a colpi di
spolverino con una credenza fitta di cornici d’argento, ceramiche, centrini e
ninnoli di ogni tipo e provenienza. Zac, zac. Sembra il fioretto in mano a
una schermitrice. La punta colpisce in ogni minimo interstizio mentre lei
solleva gli oggetti e li rimette esattamente dov’erano. Al millimetro.
Lui la guarda e liberando il mento dalle mani la provoca un po’.
«Ma se non stavi neppure a sentire, tesoro.»
Si divertono così loro due, anche così.
È un azzardo, un po’ come sfidare Magnus Carlsen a scacchi e aprire con
il pedone sbagliato. E Mario lo sa.
Lei prima ride, poi si fa seria e senza smettere di pulire fa la sua mossa.
«Sì, certo. Ho sentito tutto, cosa credi. Faccio andare le mani ma mica
spengo il cervello.»
È femmina bergamasca e, come si dice ora, multitasking. Cosa credi,
stupidino? E così continua imperterrita.
«’Sta cosa durerà mesi. Ci aspettano tempi brutti, Mario. Te lo dico da
giorni, anche senza le loro tabelle. Basta vedere cos’è successo in Cina, dai.
Ormai è solo questione di tempo. Prima la coppietta di turisti infetti che va
a zonzo per mezza Italia senza che nessuno se li fili. Poi i nostri che sono
rientrati da Wuhan e ora ’sto ragazzo di trentott’anni ricoverato a Codogno
in gravi condizioni. Giacomo mi ha detto che probabilmente stasera lo
porteranno lì da loro e che nel Lodigiano ci sono già tantissime polmoniti
sospette. Me lo ha scritto su WhatsApp dieci minuti fa» dice la Isa mentre
rimette a posto un vetro di Murano appena spolverato.
Mandelli pensa con una punta d’ansia a suo figlio, giovane medico
anestesista che lavora da pochi mesi al San Matteo di Pavia, poi scaccia la
preoccupazione mentre Marisa riprende la sua tirata.
«Chissà da quanto tempo gira il coronavirus, Mario. Voi in questura ne
parlate da un bel po’. Ma alla gente, se va bene, viene detta la metà delle
cose. Non è giusto. E lì in tivù invece sento troppi vedremo l’evolversi,
analizzeremo i dati, stiamo valutando. Ma quanto mi sta sulle scatole
quando dicono stiamo valutando... due bei ceffoni e vedi che si svegliano.
Altro che valutare.» Non le strappi una parolaccia neppure sotto tortura, alla
Isa. Neanche quando dà scacco matto al mondo con lo spolverino in mano.