Table Of ContentUniversità di Padova
Diritti umani e inclusione
Professoressa Laura Nota
Il conflitto arabo-israeliano e
l’inclusione degli arabi israeliani nella
società dello stato di Israele
Di Elias Marini Schäfer, Kenou Hermann Josimar, Lima Kattawi, Ezzamouri
Akram
INDICE
CAPITOLO PRIMO
BREVE SGUARDO STORICO SULLA NASCITA DELLO STATO
D’ISRAELE
1. Introduzione 4
2. Da un´idea alla fondazione di uno stato 5
3. L´aliyah: l´emigrazione in Palestina come strategia per la fondazione
dello Stato ebraico 7
4. Il ruolo dell´Inghilterra e della Francia: responsailità e conseguenze
della contraddittoria politica di decolonizzazione attuata da queste
due nazioni europee. 9
5. La risoluzione Onu 181 e la fondazione della Stato. 12
6. Al Nakba (la catastrofe) 16
7. Il fallimento del progetto di rivendicazione della Nakba: la guerra
dei 6 Giorni 18
8. Conclusione 20
CAPITOLO SECONDO
PALESTINA DOPO LA NASCITÀ DELLO STATO D'ISRAELE E NEL
CONTESTO INTERNAZIONALE
1. Introduzione 22
2. La resistenza 24
3. Elezione di Arafat all’OLP 24
4. L’avvenuta della destra e il massacro 25
2
5. Lo scoppio dell’intifada 26
6. Partiti politici e il riconoscimento di essi 29
7. Avvenimenti recenti e conclusione 31
CAPITOLO TERZO
LE DISCRIMINAZIONI E LE DISUGUAGLIANZE SUGLI ARABI NEL
TERRITORIO DELLO STATO DI ISRAELE
1. Introduzione 35
2. La mancanza di una costituzione 36
3. Le leggi basi – fondamentali 37
4. Simboli dello stato d’Israele 39
5. La lingua ufficiale in Israele 40
6. Le leggi utilizzate dal governo israeliano per la confisca dei terreni 41
7. La libertà di culto in Israele 44
8. La libertà di espressione 44
9. Il diritto di vivere e la dignità 47
10. Differenze crescono tra arabi ed ebrei 49
CAPITOLO QUARTO
PACE, GARANZIA DEI DIRITTI E INCLUSIONE SOCIALE
DEGLI ARABI IN ISRAELE: UTOPIA O SOGNO
REALIZZABILE?
1. Il bagliore di speranza degli accordi di Oslo 55
2. Cosa porta la fallimento di questa breccia di speranza? 56
3. Pace impossibile e inutile? 57
4. Soluzione politica del conflitto arabo-israeliano 58
5. Soluzione dei due stati 59
6. Soluzione a un solo stato 60
3
7. Soluzione ai problemi sociali in Israele 62
8. Strategie per raggiungere una pace sociale e il rispetto dei
diritti umani nello stato d’Israele 63
9. Educazione come strumento per un’efficace inclusione sociale 64
10. La denuncia come mezzo di lotta e inclusione 67
11. Libertà linguistica per una pace interna 68
12. Conclusione 70
Riferimenti bibliografici 71
4
CAPITOLO 1 – BREVE SGUARDO STORICO SULLA NASCITA
DELLO STATO D’ISRAELE
Di Elias Marini Schäfer
1.1 Introduzione
Il diciotto aprile di quest´ anno si è celebrato il settantesimo anno della fondazione
dello stato d´Israele.
Da allora, il paese non ha ancora trovato pace. Guerre, insurrezioni, terrore,
inumerevoli fallimenti dei negoziati per la pace hanno profondamente influenzato
la sua storia.
Il rapporto profondamente conflittuale fra la popolazione israeliana e quella
palestinese ha trasformato queste terre, contese da entrambi i popoli, in un campo
di battaglia permanente che sembra non voler conoscere una soluzione di pace,
tanto che invece di parlare di una possibile soluzione del conflitto (che
generalmente viene associata a una condizione di pace) si può ormai solo parlare
di una possibile gestione del conflitto: questa è infatti la condizione in cui versano
i cosidetti processi di pace israelo-palestinese.
Per terminare o risolvere un conflitto occorre trovare una posizione che tenga
conto anche delle ragioni che si esprimono in concetti quale giustizia, dignità
culturale e sociale, conoscenza riconoscimento della sofferenza e profondo
rispetto dell´altro, questa posizione è stata sporadicamente raggiunta da alcuni
gruppi senza essere però mai stata ufficialmente riconosciuta e portata avanti dalle
rappresentanze politiche statali.
Si tratta peraltro di un conflitto estremamente complesso e radicato il cui ordito è
polico, geografico, storico, religioso, ideologico, sociale, e psicologico.
Per quanto riguarda la sua nascita storica dobbiamo andare a ritroso nel tempo e
considerare alcuni eventi che hanno portato all´autoproclamazione dello stato di
Israele da parte di Ben Gurion, il 14 maggio del 1948 con la conseguente
realizzazione del sogno che aveva accompagnato nei secoli il popolo ebraico e
contemporaneamente al giorno definito dai Palestinesi come il giorno della
„Nakba“: il 15 maggio dello stesso anno.
5
1.2 Da un´idea alla fondazione di uno stato
L´idea del ritorno del popolo ebraico nella terra di Israele è sempre stata presente
nel suo stesso immaginario già dal tempo della distruzione del Tempio (nel 70
d.C). È stato soltanto però con il Sionismo1 sia politico che culturale alla fine del
secolo 19, influenzato dal sorgere dei movimenti nazionali europei e dal crescente
antisemitismo (soprattuto in seguito ai progromi di carattere antisemita
nell´Europa Orientale) ad offrire una risposta pragmatica e convincente in grado
di spingere gli ebrei a immigrare in Palestina. Il Sionismo come movimento
politico deve essere direttamente collegato al saggio di Theodor Herzl del 1896 :
Lo stato ebraico.
“Der Judenstaat“ von Theodor Herzl erschien 1896. (© Public Domain)
1 Movimento politico-religioso ebraico sorto alla fine
dell'Ottocento con l'obiettivo di costituire in Palestina uno stato indipendente per
gli ebrei sparsi nel mondo; dopo la costituzione dello Stato di Israele nel 1948, il
termine viene usato per indicare il nazionalismo ebraico più intransigente
(dizionario italiano Sabatini Colletti)
6
Herzel, nato a Budapest nel 1860 si era trasferito all´età di 18 anni a Vienna dove
lavorava come giornalista e dove si considerava un ebreo culturalmente integrato,
nonostante avesse conosciuto anche nella società viennese l´antisemitismo
soprattutto da studente durante lo studio di giurisprudenza. L´evento di odio
antisemita che però influì maggiormente su di lui fu lo scandalo legato
all´ufficiale francese Alfred Dreyfus, caso su cui Herzel scrisse come
corrispondente per il suo giornale2.
Il caso Dreyfus dimostrava chiaramente secondo Herzel che l´antisemitismo più
radicato non era più confinato nell´Europa Orientale ma ormai presente anche
nella „terra dell´emancipazione“.
„Lo stato ebraico“ era un saggio prettamente pragmatico che si occupava di temi
quali l´acquisto di immobili e di terreni, trasmissione di capitali etc., l´aspetto che
Herzel lasciava comunque aperto riguardava la possibilità che lo stato ebraico si
potesse costituire in Palestina o in Argentina dove alcuni facoltosi filantropi ebrei
avevano comprato numerose terre da mettere a disposizione agli ebrei dell´Europa
Orientale vittime dei progromi.
L´organizzazione di un congresso sionista che organizzò in seguito alla
pubblicazione del libro, avrebbe secondo lui aiutato a rendere pubbliche e ben
accette le mete politiche del sionismo. In realtà la risposta della società ebraica,
soprattutto dell´Europa Centrale, non fu affatto favorevole: il Sionismo venne
fortemente criticato dai rappresentanti religiosi (i rabbini) che si opponevano alle
idee politiche del Sionismo di Herzel poiché vedevano esclusivamente con
l´arrivo del Messia l´unica ragione per fondare uno stato ebraico e temevano
2 L'affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale
della Terza Repubblica, scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise
il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell'accusa di tradimento e intelligenza con
la Germania mossa al capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, il
quale era innocente. Il vero responsabile era difatti il colonnello Ferdinand Walsin
Esterhazy. La condanna di Dreyfus fu un errore giudiziario, avvenuto nel contesto
dello spionaggio militare, dell'antisemitismo imperversante nella società francese
e nel clima politico avvelenato dalla perdita recente dell'Alsazia e di parte
della Lorena, subita per opera dell'Impero tedesco di Bismarck nel 1871.
https://it.wikipedia.org/wiki/Affare_Dreyfus 14.5.2018
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fortemente la reazione politica degli stati in cui vivevano come cittadini
appartenenti sì a un´altra religione ma in cui si sentivano comunque integrati.
Diversa invece era la situazione degli ebrei provenienti dall´Europa Orientale,
vittime di una serie di violentissimi progromi: soprattutto le generazioni più
giovani non vedevano nessuna possibilità di sopravvivere economicamente
mantenendo la propria identità culturale in paesi quali la Russia o la Romania.
Circa 2 milioni di ebrei lasciarono infatti tra il 1881 e il 1914 l´Europa Orientale.
Bisogna aggiungere però che la maggior parte di loro si trasferì negli Stati Uniti, o
in Sud America, che allora costituivano le mete tradizionali dell´immigrazione. La
situazione della Palestina non presentava le condizioni ideali per una
immigrazione di massa sia dal punto di vista economico, data l´arretratezza e la
totale mancanza di infrastrutture, che politico essendo il Regno Ottomano, a cui la
Palestina apparteneva, estremamente scettico e contrario ad accettare ondate
migratorie di ebrei nei confronti dei quali anche la popolazione araba era
estremamente critica.
1.3 L´aliyah: l´emigrazione in Palestina come strategia per la fondazione
dello Stato ebraico.
I presupposti davvero non ideali per l´emigrazione in Palestina non impedirono
tuttavia a sempre più ebrei provenienti dall´Europa Orientale di scegliere come
propria meta di immigrazione questa destinazione.
A loro si aggiunsero ebrei provenienti dallo Jemen a causa delle condizioni
economiche estremamente precarie di questo paese.
All´inizio del secolo 19 abitavano circa 10.000 ebrei in Palestina (in rapporto a
una popolazione di circa 200.000 arabi). Nel 1904 vi si erano già insediati circa
50.000 ebrei.
Si può quindi affermare che la visione sionista di un intellettuale come Herzel
aveva offerto un´ alternativa reale per sfuggire al crescente e violento
antisemitismo europeo della fine del secolo 19.
Il congresso sionista da lui organizzato a Basilea nel 1897, con la creazione
dell'Organizzazione Sionista ZWO (il massimo organismo ebraico fino alla
istituzione dello Stato di Israele) si chiuse con l´approvazione di una direzione
8
strategica di estrema importanza: la scelta politica e non più semplicemente
insediativa dell'Organizzazione Sionista3.
Per raggiungere questo obiettivo vennero stabilite delle strategie fondamentali,
quali quella basata sulla decisione di potenziare l'insediamento di agricoltori ebrei
nella Palestina turca. Ci si rivolgeva agli ebrei di tutto il mondo invitandoli ad
organizzarsi in gruppi per diffondere gli obiettivi del Sionismo, cercando in
questo modo di promuovere una coscienza nazionale negli ebrei della Diaspora e
coinvolgerli direttamente per raggiungere gli obiettivi proposti.
A queste strategie era comunque necessario anche un appoggio politico volto ad
ottenere il supporto di alcuni governi per la causa sionista, proprio per questo
Herzl, cercò di influenzare positivamente anche il sultano ottomano Abdul-Hamid
II e i governi tedesco, italiano, britannico e russo ma purtroppo senza successo. In
conseguenza di ciò lo ZWO decise di intraprendere una strategia di immigrazione
su piccola scala: l´aliyah. Più ondate migratorie portarono quindi all´aumento
della percentuale della popolazione ebrea rispetto a quella araba dal 5% del 1882
al 30,6% del 19454.
l'Agenzia Ebraica, (organismo creato nel 1923 per agevolare l'immigrazione degli
ebrei in Palestina) operò in maniera molto effettiva per acquistare terreni in cui
insediare i nuovi coloni. Imposero spesso delle politiche di assegnazione delle
terre ai coloni ebrei con vincoli che non avrebbero permesso un´ulteriore vendita,
o addirittura affitto da parte di non ebrei, questo portò una notevole diminuzione
delle terre fertili per la popolazione palestinese grazie comunque alla complicità
dei grandi proprietari terrieri arabi.
I nuovi coloni sionisti attuavano quindi pienamente le strategie espresse da Herzel
già nel suo diario del giugno del 1895: „I proprietari terrieri verranno dalla nostra
parte“, „Sia il processo di esproprio che la rimozione devono avvenire con
circospezione e discrezione (...) L’esproprio volontario sarà compiuto da nostri
3 „Il sionismo persegue per il popolo ebraico una patria in
Palestina pubblicamente riconosciuta e legalmente garantita.“
4 Queste dati sono presenti nel libro di Timm, Angelika:
Israel. Geschichte des Staates seit seiner Gründung, Bonn 1998
9
agenti segreti. La Compagnia pagherà prezzi eccessivi“ per le terre. „Lasciamo
che i proprietari credano di starci ingannando, vendendoci le cose a più del loro
valore. Ma noi non rivenderemo loro più niente“.
La gran parte degli ebrei arrivati in Palestina era motivata, esperta e ben
organizzata, una volta giunti crearono un nuovo settore economico, organi di
autogoverno, organizzazioni, partiti politici e un esercito sotterraneo: l´Haganah la
cui formazione risale all´inizio degli anni venti.
L`idea principale che si portarono dall´Europa e dal movimento sionista fu quella
di „una coscienza nazionale “ per creare una nazione che unisse tutti gli ebrei.
La Comunità arabo palestinese, si presentava invece molto divisa al proprio
interno, composta da gruppi eterogenei e poco coordinati a causa delle dispute tra
le grandi famiglie, soprattutto frai clan influenti di Gerusalemme, come la
famiglia del gran mufti Amin el-Husseini il cui ruolo di agitatore e demagogo
avrà responsabilità e conseguenze terribili negli scontri fra arabi e ebrei a
Gerusalemme negli anni delle rivolte arabe. Non da dimenticare anche il ruolo dei
grandi proprietari terrieri che avevano venduto le terre ai sionisti incuranti della
situazione precaria dei contadini palestinesi; di fatto la comunità araba-palestinese
non riuscì a darsi istituzioni solide, paragonabili a quelle ebraiche.
1.4 Il ruolo dell´Inghilterra e della Francia: responsailità e conseguenze della
contraddittoria politica di decolonizzazione attuata da queste due nazioni
europee.
Con la prima Guerra Mondiale la situazione giunse a una svolta, a causa della
politica coloniale perseguita dall'Inghilterra e dalla Francia nei confronti di questa
area geografica: l´obiettivo di entrambi le nazioni durante la Grande Guerra era
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