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uman1-1s,,
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nella letteratura arcaica lati11a
Dott. CARLO MARZORATI - Editore
MILANO
.Via Borromei, 11
Al MIEI MAESTRI
G. JACHMANN
G. B. PIGr1I
CON ANIMO GRATO
l'1opnerà letteraria risen·ata
Stampato in Italia - Printed in ltaly
1948
,. A. G. " A. - Società Arti Gra6che' S. Abbondio - COMO - S. p. A.
Quest-0 studio è costituito in gran parte da. alcuni capitoli della t<·si di
laurea der Begriff « Humanitas » in der Roemischen Komoedie da me pre•
.sentata a Colonia nel luglio del '44. Diverse aggiunte sono state apposte
11ella rielaborazione che di essa ho fatto a Bologna.
Notevole aiuto 1w trovato in Germania nel prof. G . ./ac/zmwrn a cm
di frequente mi sono rivolto; in Italia, sotto la guida del prof. G. B. Pighi
ho potuto ultimare e rifinire il lavoro rimasto im:ompiutu.
A questi insigni mr:testr~, verso di me tanto «umani"· sui q111 espn·.,,n
la più sincera e sentita gratitudine.
S. P.
INTRODUZ,JONE
Il vocabolo humanitas (1) esprime uno dei concetti più ampi che noi po•-
8ediamo nella nostra cultura; esso infatti, oltre ad indicare ciò che stretta·
mente riguarda il mondo classico, determina oggi anche tutto il complesso di
qualità spirituali che contraddistinguono gli uomini· dagli altri esseri viventi.
La parola humani.tas racchiude in sè una delle tre seguenti idee fonda
mentali:
(( a) l'esigenza pedagogico-formale della cultura dello spirito la quale
poggia sul presupposto che lo spirito, in ùn certo senso, costituisce la parte
essenziale dell'uomo, cosicchè formazione dello spirito può essere semplice
mente intesa come formazione dell'uomo.
b) il presupposto culturale fi]osofico chf' tale formazione dello spirito
non abhrac"ia valori e.;clm1ivamente raziona1i, bensì anche etici ed estetici
<'Ome si ritrovano nel concetto di x.otÀ6v.
e) il presupposto etico sociologico cbe il nostro dovere morale ha valore
nei riguardi di tutti coloro che sono uomini come noi e non può essere osta
colato da convenzionali limiti di carattere sociale o politico » (2).
Questi sono i punti fondamentali che determinano il concetto di huma
nitas nell'uso attuale più comune; noi tuttavia, nel presente _lavoro, non ci
interessiamo di questo concetto allo stadio di sviluppo in cui si trova ora, ma
vogliamo riportarci alla letteratura latina arcaica per esaminare quale portata
di ~ignificato esso abbia avuto nel mondo, romano.
Il nostro studio si limita soltanto agli autori del periodo arcaico ed in
modo paf1icolare ai commediografi Plauto e Terenzio, perchè soltanto le
opere di questi sono giunte, in discreto stato, fino a noi.
(1) Etimologicamente considerato il sostantivo lmmanitas deriva dall•aggettivo humarws
la cui origine è tuttora incerta; cfr. A. MEILLET, l,inb•uistique historique et Lingui.~tique
générak, Paris, 1926, voi. I, p. 272 ss.; dr. inoltre W ALD!<:-HOFFMANN, Lat. etym. W oerter
buch, Heidelberg, 1938, p. 654. La derivazione di humam1s da homo offre probabilmente
un esempio di etimologia popolare. Cfr .. H. RUEDICER, W esen und W andlung de11 Huma-
11i~mu.,, Hamburg, 1937, p. 28. ·
( 2) I. HEINEMANN, Humanita11, in RE. Supplb. V, 283.
lO « HUMANUS » NELLA LETIERATURA ARCAICA LATINA
In Gelljo (3) leggiamo la seguente definizione di « humanita.s >>:
Qui -irerba.l atina fecerunt, quique his prob•e usi 5!-'nt, ,h u.mar:itatem non
id esse uoluenmt quod uulgws existim:at quod.que a Graecis fLÀIX..v.S-pw'n'tlX
dicitur -et significat dexterimtem quandam beneuolentiamque erga omnes
homines pro,niscam, sed humanitatem appellauerunt id propemodum, quod ·
Graeci. 'n'Xtaa!:xv uocant, MS eruditionem institutionemque in bonas artes
dicimw.
Avremo in seguito modo di vedere se -tale definizione sia esatta o meno; '
~ da notare che in essa l'autore stabilisce prima il significato che non è
proprio del nostro vocabolo (humanitatem non id esse uoluerunt), eviden
temente per correggere l'uso comune ai suoi tempi almeno presso il popolo
(uulguis), rivendica poi al termine il valore di 1tix~òsl~, da esso acquistato
negli autori del periodo classico della letteratura latina (4); in ciò Gellio
ha ragione e la sua osservaziÒne è esatta (5 egli tuttavia non si preoccupa
);
di esaminare storicamente il significato della parola che vuole spiegare e
,quindi disapprova e corregge l'accezione corrente ai suoi tempi, accezione
.che, in un esame più àttento, è riscontrabile anche presso. gli autori del
periodo classico (') ed in quelli del periodo a~caico: ma di ciò parleremo
più avanti.
Diamo intanto un cenno sulla letteratura riguardante il nostro argo
mento. Uno studio fondamentale che tratta del valore di humanit;as nella
antichità è quello di MAX ScHNEIDEWIN: Die antike Humanitaet (7); esso
costituisce l'opera più ampia che possediamo. in materia; in cinquecentocin
quantotto pagine viene dato un quadro abbastanza soddisfacente, anche se
non del tutto completo, del valore di hunwnitas negli autori classici, o me- ·
,glio, · soltanto in uno scrittore del periodo classico della letteratura latin~.
A prendere in mano u_n libro così voluminoso, dal titolo che tocca ~n argo·
mento tanto ampio, ci si attenderebbe qualche cosa di molto diverso da ciò
che invece troviamo nello studio dello Schneidewin; noi ci saremmo aspet
tata una trattazione storico-culturale che, prendendo le mosse dal primo
apparire dei vari elementi i quali più tardi contribuiranno a formare il
concetto di humanitas, si fosse man mano portata all'esame del pensiero greco
e di quello romano fino_ ad arrivare agli inizi del cristianesimo. ~che se
l'autore avesse voluto lasciare completamente da parte il mondo greco,
avrebbe dovuto tuttavia stabilire almeno i diversi gradi evolutivi di huma.
nitas presso i romani; avrebbe dovuto tenere presenti le commedie di Plauto
(3) NA XIII, 17, I.
(4) Cfr. F. ARNALDI, Huma.nitas, «Romana», 1941, p. 178 ~-
. (5) Cfr. R. PFEIFFER, Humanitas Erasmiana, Leipzig-Berlin, 1931, 1>. 2, n. 2.
(6) Cfr. R~ REITZENSTEIN, Werden und Wesen der Humanitr:et im Altertum, Str&S8•
burg, 1907, p. 26, n. 6.
( 7) Berlin, 1897.