Table Of ContentLucia Toso
1
ANGELI
SOGNI PRESENZE APPARIZIONI
nella pittura italiana
s i l l a b e
A mia madre, angelo tornato al cielo Lucia Toso
ANGELI
Archivio Opera della Metropolitana di Siena, pp. 52, 96-97
Basilica di San Domenico, Bologna, pp. 120-121
Foto © Musei Vaticani, pp. 19-21, 26, 32, 39, 45-47, 53, 59, 65-67, 69-71, 74-75, 78-79, 84-85, 88-89, 100-103, 113
2
Fototeca Ufficio Beni Culturali Diocesi di Prato, p. 108
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Firenze, pp. 12-13,
22, 27, 29-30, 36-37, 40-41, 44, 48-51, 54, 56-58, 60-61, 83, 90-95, 98-99, 104, 115, 117
SOGNI PRESENZE APPARIZIONI
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Galleria dell’Accademia, Firenze, pp. 23, 76
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Polo Museale della Toscana, Museo di San Marco, pp. 33, 64, 80-81
nella pittura italiana
© Galleria Nazionale dell’Umbria, p. 114
Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Photo: Elke Estel / Hans-Peter Klut, pp. 86-87
Musei Civici Vicenza - Pinacoteca di Palazzo Chiericati, p. 118
Museo e Real Bosco di Capodimonte, per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, p. 106
© Museo Nacional del Prado, pp. 28, 31
Pieux Établissements de la France à Rome et à Lorette, p. 112
Pinacoteca di Brera di Milano, pp. 62-63
Polo Museale dell’Emilia Romagna, Pinacoteca Nazionale di Bologna, per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo, pp. 43, 119
© Szépmú´vészeti Múzeum / Museum of Fine Arts Budapest, p. 107
Udine, Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, p. 109
L’Editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile
identificare e reperire la fonte.
In copertina: Francesco Botticini, Tobiolo e i tra arcangeli, 1470 ca, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e
delle Pitture
Prima edizione digitale marzo 2020
ISBN 9788833401782
© 2017 s i l l a b e s.r.l.
Livorno
www.sillabe.it - [email protected]
Questa pubblicazione è protetta dalla Legge sul diritto d’autore e pertanto è vietata ogni duplicazione,
commercializzazione e diffusione, anche parziale, non autorizzata. Sillabe declina ogni responsabilità per ogni
utilizzo dell’ebook non previsto dalla Legge.
direzione editoriale: Maddalena Paola Winspeare
redazione e ricerca iconografica: Giulia Perni
progetto grafico: Susanna Coseschi
s i l l a b e
layout e coding dell’ebook: Saimon Toncelli, Susanna Coseschi
A mia madre, angelo tornato al cielo Lucia Toso
ANGELI
Archivio Opera della Metropolitana di Siena, pp. 52, 96-97
Basilica di San Domenico, Bologna, pp. 120-121
Foto © Musei Vaticani, pp. 19-21, 26, 32, 39, 45-47, 53, 59, 65-67, 69-71, 74-75, 78-79, 84-85, 88-89, 100-103, 113
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Fototeca Ufficio Beni Culturali Diocesi di Prato, p. 108
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Firenze, pp. 12-13,
22, 27, 29-30, 36-37, 40-41, 44, 48-51, 54, 56-58, 60-61, 83, 90-95, 98-99, 104, 115, 117
SOGNI PRESENZE APPARIZIONI
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Galleria dell’Accademia, Firenze, pp. 23, 76
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Polo Museale della Toscana, Museo di San Marco, pp. 33, 64, 80-81
nella pittura italiana
© Galleria Nazionale dell’Umbria, p. 114
Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Photo: Elke Estel / Hans-Peter Klut, pp. 86-87
Musei Civici Vicenza - Pinacoteca di Palazzo Chiericati, p. 118
Museo e Real Bosco di Capodimonte, per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, p. 106
© Museo Nacional del Prado, pp. 28, 31
Pieux Établissements de la France à Rome et à Lorette, p. 112
Pinacoteca di Brera di Milano, pp. 62-63
Polo Museale dell’Emilia Romagna, Pinacoteca Nazionale di Bologna, per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo, pp. 43, 119
© Szépmú´vészeti Múzeum / Museum of Fine Arts Budapest, p. 107
Udine, Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, p. 109
L’Editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile
identificare e reperire la fonte.
In copertina: Francesco Botticini, Tobiolo e i tra arcangeli, 1470 ca, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e
delle Pitture
Prima edizione digitale marzo 2020
ISBN 9788833401782
© 2017 s i l l a b e s.r.l.
Livorno
www.sillabe.it - [email protected]
Questa pubblicazione è protetta dalla Legge sul diritto d’autore e pertanto è vietata ogni duplicazione,
commercializzazione e diffusione, anche parziale, non autorizzata. Sillabe declina ogni responsabilità per ogni
utilizzo dell’ebook non previsto dalla Legge.
direzione editoriale: Maddalena Paola Winspeare
redazione e ricerca iconografica: Giulia Perni
progetto grafico: Susanna Coseschi
s i l l a b e
layout e coding dell’ebook: Saimon Toncelli, Susanna Coseschi
sommario
66 Premessa
99 Introduzione alla figura angelica
1155 Gli ordini angelici
2255 Antico Testamento
3355 Nuovo Testamento
7733 Serventi, adoranti, musici e custodi
111111 Angeli e Santi
112266 Bibliografia
6 Parlando ai suoi primi discepoli, Gesù disse: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i grandi 7
salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo” (Giovanni 1,51). Gli angeli, cioè – oggi spesso eventi sono chiamati arcangeli” (Omelie sui Vangeli 34,8).
considerati esseri immaginari, folkloristici –, fanno parte dell’essenziale orizzonte di Pertanto a Tobia fu mandato l’arcangelo Raffaele, per guarire la sua cecità; a
fede dei cristiani, e la loro ‘visione’, promessa dal Salvatore in persona, rientra nelle Maria fu inviato l’arcangelo Gabriele per annunciare il concepimento di Cristo; e
aspettative dei credenti di tutte le epoche. al mondo intero alla fine dei tempi verrà inviato l’arcangelo Michele per condurre
Ecco il senso del presente volume, che illustra come l’arte ha visualizzato questi esseri la battaglia conclusiva contro il Male. Già ora però a ognuno di noi Dio manda
incorporei dal Medioevo al Barocco. L’autore, Lucia Toso, organizzando il suo testo un angelo più umile, senza nome ma assolutamente efficiente, secondo la promessa
in sei brevi capitoli, aiuta il lettore a riscoprire sia la figura dell’angelo nella Bibbia e biblica: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi” (Salmo
nella tradizione, sia la struttura gerarchica che distingue questi spiriti puri in ‘ordini’. 91[90],11). Commentando queste parole, San Bernardo di Chiaravalle si rivolge
In un linguaggio al contempo teologicamente esatto e perfettamente intelligibile, Toso a ogni credente e esclama: “Quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devo-
analizza poi i modi in cui angeli di diversi ranghi appaiono nei racconti dell’Antico zione recarti, quanta fiducia infonderti!”, e conclude con l’esortazione: “Amiamo
e del Nuovo Testamento, i ruoli che essi ricoprono – di “serventi, adoranti, musici e affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno nostri coeredi,
custodi” – e la loro vicinanza alle donne e agli uomini che la Chiesa reputa santi. mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre”
Quelli che chiamiamo ‘angeli’ sono infatti messaggeri. Fanno parte dell’immensa (Discorso 12 sul Salmo 90, 3,6-8).
schiera descritta dal profeta Daniele, che contemplando Dio disse: “Mille migliaia È questo forse il maggiore contributo del bel libro di Lucia Toso, edito con profes-
lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano” (Daniele 7,10). Ma vengono a sionalità ed eleganza da Sillabe: farci amare gli angeli e, attraverso loro, il Dio
contatto con gli esseri umani quando Dio li manda come latori di qualche suo che, come un padre, accompagna i nostri passi.
messaggio; così, come precisa papa san Gregorio Magno, “quei santi spiriti della
patria celeste sono sempre spiriti ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché
solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che Direttore, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze
6 Parlando ai suoi primi discepoli, Gesù disse: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i grandi 7
salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo” (Giovanni 1,51). Gli angeli, cioè – oggi spesso eventi sono chiamati arcangeli” (Omelie sui Vangeli 34,8).
considerati esseri immaginari, folkloristici –, fanno parte dell’essenziale orizzonte di Pertanto a Tobia fu mandato l’arcangelo Raffaele, per guarire la sua cecità; a
fede dei cristiani, e la loro ‘visione’, promessa dal Salvatore in persona, rientra nelle Maria fu inviato l’arcangelo Gabriele per annunciare il concepimento di Cristo; e
aspettative dei credenti di tutte le epoche. al mondo intero alla fine dei tempi verrà inviato l’arcangelo Michele per condurre
Ecco il senso del presente volume, che illustra come l’arte ha visualizzato questi esseri la battaglia conclusiva contro il Male. Già ora però a ognuno di noi Dio manda
incorporei dal Medioevo al Barocco. L’autore, Lucia Toso, organizzando il suo testo un angelo più umile, senza nome ma assolutamente efficiente, secondo la promessa
in sei brevi capitoli, aiuta il lettore a riscoprire sia la figura dell’angelo nella Bibbia e biblica: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi” (Salmo
nella tradizione, sia la struttura gerarchica che distingue questi spiriti puri in ‘ordini’. 91[90],11). Commentando queste parole, San Bernardo di Chiaravalle si rivolge
In un linguaggio al contempo teologicamente esatto e perfettamente intelligibile, Toso a ogni credente e esclama: “Quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devo-
analizza poi i modi in cui angeli di diversi ranghi appaiono nei racconti dell’Antico zione recarti, quanta fiducia infonderti!”, e conclude con l’esortazione: “Amiamo
e del Nuovo Testamento, i ruoli che essi ricoprono – di “serventi, adoranti, musici e affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno nostri coeredi,
custodi” – e la loro vicinanza alle donne e agli uomini che la Chiesa reputa santi. mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre”
Quelli che chiamiamo ‘angeli’ sono infatti messaggeri. Fanno parte dell’immensa (Discorso 12 sul Salmo 90, 3,6-8).
schiera descritta dal profeta Daniele, che contemplando Dio disse: “Mille migliaia È questo forse il maggiore contributo del bel libro di Lucia Toso, edito con profes-
lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano” (Daniele 7,10). Ma vengono a sionalità ed eleganza da Sillabe: farci amare gli angeli e, attraverso loro, il Dio
contatto con gli esseri umani quando Dio li manda come latori di qualche suo che, come un padre, accompagna i nostri passi.
messaggio; così, come precisa papa san Gregorio Magno, “quei santi spiriti della
patria celeste sono sempre spiriti ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché
solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che Direttore, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze
Introduzione alla figura angelica
8 Allora Menoach chiese all’angelo del Signore quale fosse il suo nome, Nel Credo, la professione di fede che è summa dei principali dogmi cattolici a partire 9
perché, quando le sue parole si fossero avverate, voleva rendergli onore. dal principio dell’unicità di Dio, l’incipit recita: “Credo in un solo Dio, Padre Onni-
Ma quegli rispose: “Perché vuoi sapere il mio nome? Esso è misterioso”. potente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”.
Cose visibili e invisibili.
Giudici 13,17-18
Se non è troppo difficile rispondere alla domanda di quali siano le cose visibili, quali
sono però quelle invisibili agli uomini e che Dio ha comunque creato?
Nel corso della nostra storia queste ultime sono evidentemente cambiate e il loro
numero, almeno in apparenza, si è fatto un po’ più esiguo. Per gli abitanti di un
villaggio della preistoria il mondo poteva essere tutto entro i confini delimitati da
una catena montuosa invalicabile o da una foresta impenetrabile. Prima dei viaggi
oceanici, terre come le Americhe o l’Australia erano non-visibili e inconoscibili agli
europei e prima dei viaggi spaziali l’altra faccia della luna era un mistero, come lo
sono ancora miriadi di galassie del nostro sterminato universo. Non le vediamo ma
diamo ormai per certo che esistono, sono lì, e ci auguriamo di costruire in futuro
mezzi abbastanza potenti da poter ridurre la distanza che ce ne separa. Allo stesso
modo di quanto avviene con l’infinitamente grande, accade anche con l’infinita-
mente piccolo. Fin dal V secolo a.C. con il filosofo greco Leucippo, si è supposta
l’esistenza degli atomi che si è andata via via affermando e concretando, anche se
in realtà, così come sono, non possiamo ancora dire di vederli davvero1. Macro-
cosmi e microcosmi che attendono di svelarsi ai nostri occhi e alle nostre menti,
tanto bramose di sapere. Ci sono mondi sconosciuti nel grande spazio interstellare,
così come creature ancora mai riportate alla luce dal fondo degli abissi. “Ci sono
più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne conti la tua filosofia”2, diceva lo
shakespeariano principe di Danimarca al suo fraterno amico dopo aver visto il
fantasma del padre. Tutti vorremmo dare una risposta a ogni quesito dell’esistenza,
ma ci sono cose che ancora sfuggono alla nostra comprensione.
Cose visibili e invisibili.
Risaliamo dunque alla fonte di queste parole, racchiuse nella Lettera ai Colossesi, un
testo in greco della metà del I secolo attribuito a San Paolo3. Al capitolo 1 versetto 16,
glorificando Gesù Cristo, scrive: “Poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli
e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Principi, Potenze”. E più avanti,
Introduzione alla figura angelica
8 Allora Menoach chiese all’angelo del Signore quale fosse il suo nome, Nel Credo, la professione di fede che è summa dei principali dogmi cattolici a partire 9
perché, quando le sue parole si fossero avverate, voleva rendergli onore. dal principio dell’unicità di Dio, l’incipit recita: “Credo in un solo Dio, Padre Onni-
Ma quegli rispose: “Perché vuoi sapere il mio nome? Esso è misterioso”. potente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”.
Cose visibili e invisibili.
Giudici 13,17-18
Se non è troppo difficile rispondere alla domanda di quali siano le cose visibili, quali
sono però quelle invisibili agli uomini e che Dio ha comunque creato?
Nel corso della nostra storia queste ultime sono evidentemente cambiate e il loro
numero, almeno in apparenza, si è fatto un po’ più esiguo. Per gli abitanti di un
villaggio della preistoria il mondo poteva essere tutto entro i confini delimitati da
una catena montuosa invalicabile o da una foresta impenetrabile. Prima dei viaggi
oceanici, terre come le Americhe o l’Australia erano non-visibili e inconoscibili agli
europei e prima dei viaggi spaziali l’altra faccia della luna era un mistero, come lo
sono ancora miriadi di galassie del nostro sterminato universo. Non le vediamo ma
diamo ormai per certo che esistono, sono lì, e ci auguriamo di costruire in futuro
mezzi abbastanza potenti da poter ridurre la distanza che ce ne separa. Allo stesso
modo di quanto avviene con l’infinitamente grande, accade anche con l’infinita-
mente piccolo. Fin dal V secolo a.C. con il filosofo greco Leucippo, si è supposta
l’esistenza degli atomi che si è andata via via affermando e concretando, anche se
in realtà, così come sono, non possiamo ancora dire di vederli davvero1. Macro-
cosmi e microcosmi che attendono di svelarsi ai nostri occhi e alle nostre menti,
tanto bramose di sapere. Ci sono mondi sconosciuti nel grande spazio interstellare,
così come creature ancora mai riportate alla luce dal fondo degli abissi. “Ci sono
più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne conti la tua filosofia”2, diceva lo
shakespeariano principe di Danimarca al suo fraterno amico dopo aver visto il
fantasma del padre. Tutti vorremmo dare una risposta a ogni quesito dell’esistenza,
ma ci sono cose che ancora sfuggono alla nostra comprensione.
Cose visibili e invisibili.
Risaliamo dunque alla fonte di queste parole, racchiuse nella Lettera ai Colossesi, un
testo in greco della metà del I secolo attribuito a San Paolo3. Al capitolo 1 versetto 16,
glorificando Gesù Cristo, scrive: “Poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli
e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Principi, Potenze”. E più avanti,
ai versetti 19 e 20: “Poiché piacque a tutta la pienezza di risiedere in lui e di riconci- in ogni causa. È del 1992, invece, l’edizione del Catechismo della chiesa cattolica che
liarsi, per suo mezzo, tutti gli esseri della terra e del cielo, facendo la pace mediante il dichiara l’esistenza degli angeli come una verità di fede, dedicando loro nove articoli5
sangue della sua croce”. del V paragrafo: Il cielo e la terra.
Ecco dunque che pare lecito individuare tra le cose invisibili e “tutti gli esseri nei cieli”
il tema centrale di queste pagine, ovvero gli angeli, i puri spiriti che Dio ha creato per Con queste premesse è naturale che gli artisti, ai quali le principali commissioni di
inviarci i suoi messaggi e accompagnarci nel difficile percorso della nostra vita. immagini sacre sono giunte per secoli dalla Chiesa, dagli istituti religiosi e dai fedeli,
abbiano avuto modo di rappresentare gli angeli che si sono realmente manifestati nei
Ogni religione passata o presente ha raffigurato entità incaricate di trasmettere il volere vari episodi raccontati nei testi sacri, o di inserirli lì dove sarebbero stati il giusto co-
degli dei, condurre l’anima nell’oltretomba, o stare accanto all’uomo dal primo all’ul- ronamento di visioni ultraterrene, dove la loro presenza avrebbe arricchito, riempito
timo giorno. Dalle religioni animiste della preistoria a quella sumera, dalla dea Iside o bilanciato una sacra composizione, o dove avrebbero fatto da grazioso elemento
10 degli egizi ai daimones dei greci, dalla dea Vanth psicopompa etrusca fino agli angeli decorativo. 1
1
delle Religioni del Libro, figure alate sono comparse nelle opere letterarie e figurative Di questo parleremo. Degli angeli nelle opere di artisti attivi dal XIII al XVIII secolo,
IN
dell’umanità tutta. sia che abbiano riprodotto fedelmente i passi biblici o altri testi della tradizione come T
R
Il nome angelo deriva dal greco angelos (ἄγγελος) adottato quando, traducendo la gli scritti apocrifi o la Legenda aurea, sia che abbiano “arbitrariamente” inserito questi O
D
Bibbia, ci fu bisogno di trovare una parola che avesse lo stesso significato dell’ebraico messi celesti là dove ne sentivano la necessità, o che ce li abbiano resi visibili nelle U
Z
mal’akh, “messaggero”, a sua volta desunto dall’ugaritico4 lak, ovvero “mandare”. Il loro intime apparizioni ai Santi. Ben lungi dall’essere esaustivo per l’impressionante IO
N
E
significato generico del termine che comprendeva in sé uomini e spiriti, confondeva numero di opere popolate di angeli, questo volume intende compiere solo un volo A
L
però la natura del suo essere. Per questo gli fu talvolta aggiunta la specifica “di Dio”, radente su alcune di queste raffigurazioni tra le più belle, espressive e in alcuni casi, L
A
rendendo più palese quando la sua provenienza non era terrena ma sovrannaturale. magari, meno conosciute. F
IG
U
R
Nel corso dei secoli si è molto dibattuto sulla natura e la funzione degli angeli, discu- Per fugare subito il dubbio riguardo alle ali più o meno realistiche che spesso li adornano, A
A
tendo a lungo riguardo al loro possedere un libero arbitrio capace persino di spingerli ricordiamo che nell’VIII secolo d.C. il vescovo Isidoro di Siviglia scriveva “L’arbitrio dei N
G
verso il Male come avvenne agli angeli ribelli capitanati da Lucifero, o, viceversa, la pittori li raffigura con ali proprio per simboleggiare il loro veloce correre in ogni luogo E
L
loro totale acquiescenza al Volere Divino. Si è passati dall’accusa d’idolatria del IV […]”6, ma era già da tempo che venivano usate non solo d’arbitrio, quanto piuttosto IC
A
secolo d.C. alla riabilitazione dell’VIII, fino alla negazione della loro esistenza già per alcune citazioni nei passi biblici e come rimando alle figure alate dei messaggeri del
dall’Illuminismo, quando il culto sopravvisse unicamente in virtù della devozione po- passato mentre nei primi secoli – almeno fino al IV – gli angeli erano effettivamente
polare. Nel XIX secolo poi, le teorie darwiniane e l’incalzante materialismo tentarono apteri, più simili a uomini che a spiriti, tanto da venir raffigurati persino barbuti.
di cancellare il trascendente in favore di una visione più scientifica e per certi versi più Non stupiamoci dunque se qualche artista – primo fra tutti quello che portava questo
“antropocentrica” dell’esistenza, ma allo scadere del millennio le nuove tendenze new pezzetto di cielo anche nel nome, Michelangelo – sceglierà di mostrarceli senza queste
age aiutate da una diversa sensibilità spirituale, hanno ridato vigore alla figura angelica, scenografiche appendici. Un puro spirito, come la fantasia di un artista, non ha certo
anche se talvolta in termini un po’ discutibili, tesi più che altro a uno sfruttamento bisogno di ali per volare lontano.
commerciale del fenomeno. Entriamo perciò senza paura in questo universo fitto di benevoli presenze, facendoci
Nel corso dei suoi duemila anni la Chiesa ha inizialmente tenuto un atteggiamento che forza del saluto che da sempre esse rivolgono nel sorprendente incontro con gli uomini:
potremmo definire “prudente” nei confronti dei puri spiriti, nel timore che si sconfinasse “Non temere”.
nella superstizione, pur non potendo ignorare la persistenza del loro culto tra le fasce
più umili dei credenti. Anche quando non era ufficialmente permesso rivolgersi agli
angeli quali intercessori presso Dio, le persone continuavano ad affidare a loro e alle
sacre immagini che li raffiguravano, angosce e tribolazioni nella preghiera.
Il Papa che ha infine davvero elevato l’angelo a figura di spicco tra quelle da invocare
come guida sicura e forte protettore, è stato Giovanni XXIII che ha apertamente fatto
del suo Angelo Custode un vero e proprio compagno di vita, fedele alleato e consigliere
ai versetti 19 e 20: “Poiché piacque a tutta la pienezza di risiedere in lui e di riconci- in ogni causa. È del 1992, invece, l’edizione del Catechismo della chiesa cattolica che
liarsi, per suo mezzo, tutti gli esseri della terra e del cielo, facendo la pace mediante il dichiara l’esistenza degli angeli come una verità di fede, dedicando loro nove articoli5
sangue della sua croce”. del V paragrafo: Il cielo e la terra.
Ecco dunque che pare lecito individuare tra le cose invisibili e “tutti gli esseri nei cieli”
il tema centrale di queste pagine, ovvero gli angeli, i puri spiriti che Dio ha creato per Con queste premesse è naturale che gli artisti, ai quali le principali commissioni di
inviarci i suoi messaggi e accompagnarci nel difficile percorso della nostra vita. immagini sacre sono giunte per secoli dalla Chiesa, dagli istituti religiosi e dai fedeli,
abbiano avuto modo di rappresentare gli angeli che si sono realmente manifestati nei
Ogni religione passata o presente ha raffigurato entità incaricate di trasmettere il volere vari episodi raccontati nei testi sacri, o di inserirli lì dove sarebbero stati il giusto co-
degli dei, condurre l’anima nell’oltretomba, o stare accanto all’uomo dal primo all’ul- ronamento di visioni ultraterrene, dove la loro presenza avrebbe arricchito, riempito
timo giorno. Dalle religioni animiste della preistoria a quella sumera, dalla dea Iside o bilanciato una sacra composizione, o dove avrebbero fatto da grazioso elemento
10 degli egizi ai daimones dei greci, dalla dea Vanth psicopompa etrusca fino agli angeli decorativo. 1
1
delle Religioni del Libro, figure alate sono comparse nelle opere letterarie e figurative Di questo parleremo. Degli angeli nelle opere di artisti attivi dal XIII al XVIII secolo,
IN
dell’umanità tutta. sia che abbiano riprodotto fedelmente i passi biblici o altri testi della tradizione come T
R
Il nome angelo deriva dal greco angelos (ἄγγελος) adottato quando, traducendo la gli scritti apocrifi o la Legenda aurea, sia che abbiano “arbitrariamente” inserito questi O
D
Bibbia, ci fu bisogno di trovare una parola che avesse lo stesso significato dell’ebraico messi celesti là dove ne sentivano la necessità, o che ce li abbiano resi visibili nelle U
Z
mal’akh, “messaggero”, a sua volta desunto dall’ugaritico4 lak, ovvero “mandare”. Il loro intime apparizioni ai Santi. Ben lungi dall’essere esaustivo per l’impressionante IO
N
E
significato generico del termine che comprendeva in sé uomini e spiriti, confondeva numero di opere popolate di angeli, questo volume intende compiere solo un volo A
L
però la natura del suo essere. Per questo gli fu talvolta aggiunta la specifica “di Dio”, radente su alcune di queste raffigurazioni tra le più belle, espressive e in alcuni casi, L
A
rendendo più palese quando la sua provenienza non era terrena ma sovrannaturale. magari, meno conosciute. F
IG
U
R
Nel corso dei secoli si è molto dibattuto sulla natura e la funzione degli angeli, discu- Per fugare subito il dubbio riguardo alle ali più o meno realistiche che spesso li adornano, A
A
tendo a lungo riguardo al loro possedere un libero arbitrio capace persino di spingerli ricordiamo che nell’VIII secolo d.C. il vescovo Isidoro di Siviglia scriveva “L’arbitrio dei N
G
verso il Male come avvenne agli angeli ribelli capitanati da Lucifero, o, viceversa, la pittori li raffigura con ali proprio per simboleggiare il loro veloce correre in ogni luogo E
L
loro totale acquiescenza al Volere Divino. Si è passati dall’accusa d’idolatria del IV […]”6, ma era già da tempo che venivano usate non solo d’arbitrio, quanto piuttosto IC
A
secolo d.C. alla riabilitazione dell’VIII, fino alla negazione della loro esistenza già per alcune citazioni nei passi biblici e come rimando alle figure alate dei messaggeri del
dall’Illuminismo, quando il culto sopravvisse unicamente in virtù della devozione po- passato mentre nei primi secoli – almeno fino al IV – gli angeli erano effettivamente
polare. Nel XIX secolo poi, le teorie darwiniane e l’incalzante materialismo tentarono apteri, più simili a uomini che a spiriti, tanto da venir raffigurati persino barbuti.
di cancellare il trascendente in favore di una visione più scientifica e per certi versi più Non stupiamoci dunque se qualche artista – primo fra tutti quello che portava questo
“antropocentrica” dell’esistenza, ma allo scadere del millennio le nuove tendenze new pezzetto di cielo anche nel nome, Michelangelo – sceglierà di mostrarceli senza queste
age aiutate da una diversa sensibilità spirituale, hanno ridato vigore alla figura angelica, scenografiche appendici. Un puro spirito, come la fantasia di un artista, non ha certo
anche se talvolta in termini un po’ discutibili, tesi più che altro a uno sfruttamento bisogno di ali per volare lontano.
commerciale del fenomeno. Entriamo perciò senza paura in questo universo fitto di benevoli presenze, facendoci
Nel corso dei suoi duemila anni la Chiesa ha inizialmente tenuto un atteggiamento che forza del saluto che da sempre esse rivolgono nel sorprendente incontro con gli uomini:
potremmo definire “prudente” nei confronti dei puri spiriti, nel timore che si sconfinasse “Non temere”.
nella superstizione, pur non potendo ignorare la persistenza del loro culto tra le fasce
più umili dei credenti. Anche quando non era ufficialmente permesso rivolgersi agli
angeli quali intercessori presso Dio, le persone continuavano ad affidare a loro e alle
sacre immagini che li raffiguravano, angosce e tribolazioni nella preghiera.
Il Papa che ha infine davvero elevato l’angelo a figura di spicco tra quelle da invocare
come guida sicura e forte protettore, è stato Giovanni XXIII che ha apertamente fatto
del suo Angelo Custode un vero e proprio compagno di vita, fedele alleato e consigliere